Egitto, al via le elezioni presidenziali: Al-Sisi verso la vittoria
Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - Si sono aperte questa mattina le elezioni presidenziali in Egitto, che vedono una sfida a due fra l'ex capo delle Forze armate, generale Abdel Fattah Al-Sisi, e l'intellettuale dissidente di sinistra Hamdeen Sabahi. Le operazioni di voto si chiuderanno domani notte, e i risultati sono attesi per venerdì 30 maggio. Analisti ed esperti sono concordi nel ritenere "quasi certa" una vittoria di Al-Sisi, che ha promesso la fine delle violenze di piazza e una lotta senza quartiere contro l'estremismo islamico.
Le elezioni chiudono una fase politica molto turbolenta, che ha attraversato l'Egitto negli ultimi 3 anni. Dalla caduta di Mubarak, provocata da una grande rivoluzione popolare, si sono avvicendati prima un governo eletto e guidato dai Fratelli musulmani e poi un colpo di Stato - portato avanti dall'esercito - cui è seguito un governo ad interim che ha preso le redini del Paese prima per preparare una nuova Costituzione e poi per indire le consultazioni popolari.
Al-Sisi gode di un grande sostegno nella popolazione perché è visto come un uomo forte capace di stabilizzare la nazione e l'economia dopo la serie di proteste e violenze politiche seguite alla caduta di Hosni Mubarak. Ma i gruppi democratici che hanno iniziato la primavera araba in Egitto lo accusano di voler soffocare le libertà democratiche e qualunque dissenso. Nell'aprile 2014 un tribunale egiziano ha perfino bandito il movimento giovanile del 6 Aprile, che aveva iniziato le rivolte anti-Mubarak.
Nei 10 mesi di vuoto politico i militari hanno colpito l'intera Fratellanza musulmana, che è stata sciolta e dichiarata "organizzazione terroristica". I suoi leader e migliaia di aderenti sono stati arrestati, e il 27 aprile 2014 un tribunale del Cairo ha emesso centinaia di condanne a morte contro i dirigenti del gruppo. Nel corso della campagna elettorale, Al-Sisi ha promesso che "sradicherà" il terrorismo islamico dal Paese "con ogni mezzo a disposizione". Anche Sabahi, in maniera meno cruenta, ha annunciato che in caso di vittoria "non riporterà" i Fratelli musulmani nella legalità.
Questi proclami fanno aumentare i timori di una nuova virata autoritaria nel Paese. Lo stesso ex generale, parlando con i media nazionali, ha dichiarato: "Quale turista verrebbe in Egitto a fronte di scontri continui, manifestazioni e violenze? Per la democrazia piena bisognerà aspettare qualche anno, per ora la priorità è la stabilità nazionale".