Effetto pandemia: 80 lavoratori di Katunayake ridotti alla fame
Non hanno ricevuto lo stipendio dello scorso mese e tre mensilità di contributi previdenziali. Il datore di lavoro dice di non avere soldi per pagarli. Alcuni costretti a cenare con tre biscotti e un bicchiere di latte. Le autorità accusate di non fare nulla per sbloccare la situazione.
Colombo (AsiaNews) – Per gli effetti della pandemia da coronavirus, 80 lavoratori della zona di libero scambio di Katunayake non hanno ricevuto il salario dello scorso mese e tre mensilità di contributi previdenziali. Da giorni si presentano allo stabilimento della Shore to Shore Ltd. – azienda produttrice di etichette – per protestare contro il datore di lavoro.
La proprietà si difende sostenendo di non avere i soldi per gli stipendi. Ridotte alla fame, le famiglie coinvolte accusano i proprietari di mentire. “Mangiano cibo di prima qualità mentre noi e i nostri bambini andiamo a dormire a stomaco vuoto”, hanno detto ad AsiaNews alcuni dei lavoratori.
Essi denunciano di trovarsi in questa situazione dallo scoppio dell’emergenza sanitaria un anno fa: “I proprietari dell’impresa giocano con le nostre vite e non comprendono la nostra sofferenza. Noi vogliamo solo che siano riconosciuti i nostri diritti”.
“Non avrei mai immaginato di soffrire così tanto”, ha affermato una lavoratrice 50enne dell’azienda sotto accusa. Originaria di una provincia meridionale del Paese, ella è stata abbandonata dal marito e deve prendersi cura di una figlia e di altri familiari. “Devo pagare ogni mese 5mila rupie [21 euro] per il vitto e l’alloggio. Senza stipendio sono costretta a cenare con due-tre biscotti e un bicchiere di latte”.
Chandra Devanarayana, fondatrice dell’organizzazione Red (Revolutionary Existence for Human Development), fa notare che le autorità locali sono a conoscenza delle pratiche scorrette della Shore to Shore, ma finora non hanno fatto nulla per sbloccare la situazione. “I lavoratori – ha sottolineato l’attivista – continueranno la protesta se non otterranno quello che è dovuto loro”.