Economia e Rohingya, Aung San Suu Kyi incassa il sostegno di Tokyo
Il premier Abe ha promesso aiuti al processo di rimpatrio e al ricollocamento dei profughi in Myanmar. Durante la visita ufficiale della leader birmana, diversi i colloqui bilaterali per incoraggiare investimenti e scambi commerciali tra Tokyo e Nayipyidaw. L’impatto negativo della crisi Rohingya sull’economia del Myanmar.
Tokyo (AsiaNews) – Il governo giapponese “aiuterà il Myanmar a diventare un Paese democratico” e apprezza molto gli sforzi di Aung San Suu Kyi “per far fronte ad un'agenda difficile”, che comprende riforme economiche e “problemi relativi allo Stato di Rakhine”. È quanto ha affermato il Primo ministro Shinzo Abe nella conferenza stampa congiunta che ieri sera ha chiuso la visita ufficiale di Aung San Suu Kyi nel Paese del Sol levante.
Senza mai citare in maniera diretta la crisi che ha investito la minoranza islamica Rohingya, Abe ha dichiarato che la questione dei rifugiati pone un problema “molto complesso e grave”. Il premier ha promesso aiuti al processo di rimpatrio e al ricollocamento dei profughi in Myanmar. Da parte sua, Aung San Suu Kyi ha dichiarato: “Apprezzo la posizione del Giappone e l’accolgo con favore”. La leader birmana ha anche dato risalto all’ “ampia e potente autorità” conferita alla Commissione indipendente d'inchiesta (ICoE) lanciata lo scorso luglio, che “condurrà un'efficace indagine” sulle presunte violazioni dei diritti umani in Rakhine.
Tornata questa mattina in patria, negli ultimi sei giorni la leader birmana ha preso parte al 10mo Summit Mekong-Giappone e tenuto diversi colloqui bilaterali, per incoraggiare investimenti e scambi commerciali tra Tokyo e Nayipyidaw. La missione del consigliere di Stato in Giappone è iniziata lo scorso 5 ottobre. Due giorni dopo, la Signora ha visitato uno stabilimento agricolo nel villaggio di Izumizaki (prefettura di Fukushima), per osservare come Tokyo affronta il fenomeno dello spopolamento delle campagne. Tornata nella capitale, il giorno seguente la leader birmana ha preso parte all’Evento per la promozione della seta del Myanmar, organizzato dal Centro Asean-Giappone.
Aung San Suu Kyi è poi intervenuta alla Conferenza sugli investimenti in Myanmar dell’Organizzazione per il commercio estero giapponese (Jetro), dal tema “Rafforzare il legame tra Myanmar e Giappone”. Nel suo intervento, ha dichiarato ai rappresentanti di 400 compagnie giapponesi che possono investire nel suo Paese con fiducia, nonostante le sfide in corso come la crisi umanitaria nello Stato di Rakhine. La Signora ha sottolineato i “cambiamenti positivi” intrapresi dal suo governo per favorire gli investimenti stranieri e fornire un quadro giuridico migliore.
Per il governo civile, le riforme economiche sono uno strumento chiave per completare la transizione democratica del Paese, dopo sessant’anni di isolamento sotto la dittatura militare. Tuttavia, la crescita economica del Myanmar ha subito un rallentamento anche a causa di un forte calo negli investimenti stranieri (quasi 900 milioni di dollari Usa in meno nell’ultimo anno), poiché l'immagine del Paese è stata gravemente offuscata dalle violenze sulla minoranza islamica Rohingya. Al fine di rilanciare il turismo in crisi, Naypyidaw ha di recente lanciato anche un programma che consente ai cittadini di Giappone, Corea del Sud, Hong Kong e Macao l’ingresso nel Paese senza visto.
Nella mattinata di ieri, Aung San Suu Kyi ha guidato la delegazione birmana in un vertice internazionale presieduto dal Primo ministro giapponese, Shinzo Abe. Erano presenti anche i premier e le rappresentanze di Cambogia, Laos, Thailandia e Vietnam. Oggetto della discussione è stata la “Strategia giapponese per un libero e aperto Indo-Pacifico”, che mira a controbilanciare la crescente influenza della Cina nella regione attraverso la Belt and Road Initiative (Bri). Secondo Tokyo, il piano promuoverà lo sviluppo di infrastrutture di qualità nei Paesi attraversati dal fiume Mekong.
02/11/2017 08:55