Dušanbe, un museo dedicato al culto del presidente Rakhmon
E’ situato nell’Università Nazionale del Paese. Nelle sale si racconta l’infanzia, la giovinezza, l’impegno politico, i viaggi del capo “eterno”. L’incenso dei giornalisti in nome della carriera. La nuova forma di divinizzazione è “a favore delle generazioni più giovani”. Il titolo ufficiale del presidente è "Fondatore della pace e dell’unità nazionale – Leader della Nazione". Per legge non si può abbreviare o sintetizzare tale titolo, pena gravi multe e punizioni.
Mosca (AsiaNews) - Il primo museo dedicato al presidente in carica “eterna” del Tagikistan, è stato inaugurato il 27 marzo scorso a Dušanbe. Con l’aggiunta di nuove sale, esso vuole onorare Emomali Rakhmon, al potere dal 1992 come primo ministro, e presidente dal 1994. Il museo è situato in uno dei nuovi corpus accademici dell’Università Nazionale del Paese, dove il presidente studiò dal 1977 al 1982. Sono esposti circa 1200 oggetti: fotografie infantili e studentesche, i suoi libri e manuali, le sue pagelle, vari documenti scolastici (foto 2).
Vi sono anche otto sale monotematiche, una per ogni visita ufficiale del presidente all’università nei 30 anni del suo dominio, abbelliti con serie decorative di prodotti della manifattura e della cultura tagika, che conferiscono al museo anche la qualifica di “esposizione d’arte”.
La decisione di aprire il “museo Rakhmon” è stata presa lo scorso anno all’unanimità dal consiglio dei docenti su proposta del rettore, il professor Kobilzhon Khushvakhtzod, insieme con il progetto dei nuovi edifici da costruire, “in onore del trentennale dell’indipendenza” del Tagikistan. La presentazione è stata tenuta con solennità dal decano della facoltà di storia dell’università, il professor Rakhmonali Sharipov.
Sulla figura del presidente Rakhmon in questi 30 anni sono stati girati diversi film e documentari, e dal 2017 il suo titolo ufficiale è diventato quello di Fondatore della pace e dell’unità nazionale – Leader della Nazione. Per legge non si può abbreviare o sintetizzare tale titolo, pena gravi multe e punizioni. Al museo, peraltro, non è consentito il libero accesso ai semplici cittadini, e neanche agli studenti universitari, che lo possono visitare solo dietro prenotazione in apposite liste e in giorni a loro dedicati. Alla presentazione sono stati ammessi soltanto alcuni giornalisti, per lo più di edizioni statali, in onore della Giornata del Giornalismo Tagiko, che si è celebrato lo scorso 11 marzo.
I giornalisti presenti hanno riferito che si è trattato di “un’occasione unica per vedere il presidente non solo nelle vesti di capo dello Stato”, ma di conoscerlo nella sua vicenda umana. Come racconta il giornalista Kiemiddin Makhmadjonov a currentime.ru, “uno dei momenti più importanti per noi è stato quando abbiamo visto gli scritti autografi del presidente quando era ancora studente, è stato un momento emozionante”, quasi fossero manoscritti delle sacre scritture.
Il politologo indipendente Abdumalik Kadyrov osserva che “l’apertura del museo al leader vivente significa che nella burocrazia statale, ancora oggi, l’unica speranza di una carriera di successo passa per l’esaltazione del presidente, cosa che tutti cercano di fare in ogni maniera”, attingendo a tutte le fonti possibili di finanziamento, visto anche i costi elevati del nuovo museo. “Ricordo che tempo fa in una provincia costruirono una dacia speciale per il presidente, in occasione di una sua visita nella zona, e da allora in quasi tutte le provincie della repubblica si fa a gara a costruire edifici di accoglienza speciale, riservati al presidente e ai più alti funzionari, che spesso non vengono neanche utilizzati, nonostante siano soldi dei cittadini”, aggiunge Kadyrov.
Il patriottismo in Tagikistan è ormai totalmente assorbito dal culto della personalità di Rakhmon, e il museo è un modello di questa forma di divinizzazione “a favore delle generazioni più giovani”, come si legge nelle motivazioni ufficiali della sua apertura nell’ambito universitario. Si attende ora una gara tra le altre università e scuole del Paese, che cercheranno a loro volta di aprire spazi per la “sacra devozione patriottica”.
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