Due condanne a morte sospese per 30 giorni
Manila (AsiaNews) La Corte Suprema delle Filippine, ha sospeso l'esecuzione di Roberto Lara e Roderick Likayan, programmata per il 30 gennaio. I due erano accusati di essere membri di un racket specializzato in rapimento a scopo di estorsione, e di aver rapito e preso in ostaggio un commerciante filippino di origine cinese e una donna nel 1999.
Un tribunale li aveva condannati alla pena di morte, che doveva avvenire per iniezione letale.
Lunedì scorso, 26 gennaio, la Corte ha ascoltato l'appello dell'avvocato Persida Rueda-Acosta, capo dell'Ufficio degli Avvocati (Public Attorney's Office), che ha chiesto una dilazione per gli imputati e una revisione del caso. Acosta ha infatti presentato le testimonianze di due individui che confessano di aver organizzato il rapimento in questione, i quali affermano che Lara e Likayan non hanno nulla a che fare con quel crimine.
La decisione della Corte Suprema è giunta inaspettata: questa mattina i responsabili della prigione stavano sorteggiando 10 posti per i media, per far seguire dal vivo l'esecuzione capitale. Due posti erano riservati per i media stranieri.
Mons. Pedro Arigo, presidente della Commissione Episcopale per la cura pastorale, dopo aver sentito la notizia, ha dichiarato: "La nostra commissione è felice e piena di gratitudine, anzitutto al Signore e poi alla Corte Suprema, per aver fermato le esecuzioni. Ma continueremo a chiedere l'abolizione della legge sulla pena di morte. La Chiesa è decisamente contro: la pena di morte può essere legale, ma è immorale perché è contro la legge di Dio".
Il p. gesuita Silvino Borres, coordinatore della Coalizione Contro la Pena di Morte, ha dichiarato: "La decisione della corte di sospendere l'esecuzione, mostra che essa non è indifferente alla verità e alla onestà. In un modo che rende onore alla dignità del loro incarico, i giudici hanno mostrato che bisogna perseguire la giustizia di pari passo con la misericordia e la compassione". (SE)