Due autobombe a Damasco: “Di al Qaeda”; “No, del governo”
Il bilancio provvisorio è di 30 morti e centinaia di feriti, fra militari e civili. La tesi ufficiale è che gli attacchi sono operai di terroristi. L’opposizione pensa che siano opera dello stesso governo per inibire le manifestazioni contro Assad.
Damasco (AsiaNews) – Due autobombe sono scoppiate stamane nella capitale siriana, uccidendo almeno 30 persone e facendo un centinaio di feriti. La versione ufficiale è che i due attentati sono opera “di al Qaeda”, come ha detto subito la televisione statale. Ma l’opposizione sospetta che le bombe siano opera dello stesso governo per bloccare le manifestazioni previste per oggi, mentre a Damasco sono presenti i primi 30 osservatori della Lega araba.
Le due esplosioni sono avvenute nel distretto di Qaboun e in quello di Mezzeh, rispettivamente a ovest e a est nella capitale, colpendo due edifici della pubblica sicurezza. Nell’attacco sono morti molti militari e civili.
Le differenti interpretazioni sugli attacchi ricalcano quelle sulla rivolta che da nove mesi scuote la nazione. L’opposizione vuole mettere fine alla dittatura di Assad e alle crudeltà dell’esercito, che da mesi spara sui manifestanti. Per il governo le dimostrazioni e le morti sono opera di “bande di criminali terroristi”.
L’attacco giunge all’inizio della missione della Lega araba, che ha invito osservatori per verificare la possibilità di un piano di pace che faccia terminare le violenze. La missione però è stata limitata dalle richieste di Damasco, per “motivi di sicurezza” (22/12/2011 Dubbi sulla missione della Lega araba a Damasco). L’opposizione afferma che la Siria ha accettato gli osservatori della Lega araba solo per evitare che il suo caso venga discusso al Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le due esplosioni sono avvenute nel distretto di Qaboun e in quello di Mezzeh, rispettivamente a ovest e a est nella capitale, colpendo due edifici della pubblica sicurezza. Nell’attacco sono morti molti militari e civili.
Le differenti interpretazioni sugli attacchi ricalcano quelle sulla rivolta che da nove mesi scuote la nazione. L’opposizione vuole mettere fine alla dittatura di Assad e alle crudeltà dell’esercito, che da mesi spara sui manifestanti. Per il governo le dimostrazioni e le morti sono opera di “bande di criminali terroristi”.
L’attacco giunge all’inizio della missione della Lega araba, che ha invito osservatori per verificare la possibilità di un piano di pace che faccia terminare le violenze. La missione però è stata limitata dalle richieste di Damasco, per “motivi di sicurezza” (22/12/2011 Dubbi sulla missione della Lega araba a Damasco). L’opposizione afferma che la Siria ha accettato gli osservatori della Lega araba solo per evitare che il suo caso venga discusso al Consiglio di sicurezza dell’Onu.
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