17/02/2023, 12.18
EMIRATI ARABI UNITI
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Dubai, Mercithon 23: Chiesa lancia raccolta fondi per migranti malati di cancro

L’obiettivo è raccogliere almeno 1,1 milioni di euro per sostenere le cure di 53 persone, fra i 22 e gli 80 anni. Provengono da Filippine, India, Sri Lanka, Libano, Pakistan e Nigeria. L’iniziativa prevede una camminata in programma domenica 19 febbraio. Fra i partner alcune realtà statali. 

Dubai (AsiaNews) - La parrocchia di St. Mary a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti (Eau) promuove una iniziativa finalizzata alla raccolta di fondi, per poter garantire cure mediche ai malati di cancro privi delle risorse economiche necessarie per ricevere cure adeguate. Un progetto, spiegano i promotori, che si rivolge in particolare ai lavoratori migranti provenienti da Filippine, India, Sri Lanka, Libano, Pakistan e Nigeria che nella maggior parte dei casi non dispongono di risorse sufficienti per farmaci e ricoveri ospedalieri. E un modo per mostrare l’altra faccia dell’emirato, spesso celebrato per la sua economia trainante e le possibilità di investimento in alcuni casi a discapito di una massa di lavoratori sfruttati e relegati ai margini della società.

La raccolta fondi promossa dalla più antica parrocchia di Dubai prevede una camminata il 19 febbraio. Ribattezzata “Mercithon 23”, con partenza dal Dubai Creek Park, intende raccogliere il denaro necessario per curare 53 pazienti poveri malati di tumore. Fra gli obiettivi dell’iniziativa, vi è anche il proposito di sensibilizzare locali e immigrati sull’importanza dell’assistenza finanziaria (e sanitaria) per i lavoratori a basso salario, colpiti da patologie potenzialmente letali e che richiedono cure impegnative a livello di tempo e risorse. 

L’obiettivo, spiegano a The National i promotori, vuole prima di tutto “abbattere le barriere finanziarie” che ostacolano i trattamenti, puntando a raccogliere almeno 4 milioni di dinari (quasi 1,1 milioni di euro) fra partecipanti e società che sostengono l’evento. I pazienti che rientrano nell’iniziativa di solidarietà hanno età variabili dai 22 agli 80 anni e nella maggior parte dei casi presentano una patologia guaribile con cure adeguate. 

In previsione della camminata, lo scorso 15 febbraio un migliaio di studenti della scuola cattolica st. Mary hanno organizzato un evento per sensibilizzare le famiglie e la società: i giovani si sono uniti formando il celebre nastro, simbolo della lotta al tumore (nella foto), nei giardini della parrocchia, poi hanno composto il numero 51 che simboleggia gli anni dalla fondazione e conseguente unione di tutti e sette gli Emirati. A questo si unisce il proposito di sensibilizzare le istituzioni governative che sostengono i malati più bisognosi, anche perché nel Paese le raccolte fondi sono strettamente regolamentate e richiedono il permesso delle autorità. In quest’ottica è significativa la partnership all’evento della Dubai Health Authority e della Community Development Authority.

La camminata di beneficenza Mercithon si svolgerà tra le 8 del mattino e le 4 del pomeriggio. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito web della parrocchia. “Ci vogliamo unire - sottolinea il parroco P. Lennie Connully - per una grande causa, per aiutare i malati di cancro che hanno la ferma volontà di lottare e continuare a vivere”. “I pazienti - aggiunge - che speriamo di aiutare provengono da Filippine, India, Sri Lanka, Libano, Pakistan e Nigeria”.

Molti dei pazienti e delle pazienti lavorano come baby-sitter, collaboratrici domestiche, addetti alle pulizie e personale di manutenzione. “Vogliamo mostrare solidarietà - conclude - ai malati di cancro bisognosi, che con coraggio e determinazione affrontano la patologia”. L’auspicio degli organizzatori e di raccogliere l’adesione di almeno 15mila partecipanti all’evento di beneficienza.

Evan Rose, responsabile vendite immigrata dalle Filippine, è colpita dalla solidarietà di così tante persone che si uniscono per sostenere quanti sono nel bisogno. La donna, di 42 anni, ha un cancro al seno al terzo stadio ma non può permettersi il costo della chemioterapia e ha speso centinaia di euro nell’ultimo anno in medicinali per arginare infezioni e sanguinamento legati al tumore. “Non voglio morire - racconta Rose - voglio davvero rimuovere questa massa. E voglio essere di ispirazione come persona che ha affrontato e vinto il cancro. È curabile - conclude - e spero di poter iniziare presto il trattamento”.

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