Dopo tre mesi a contagio zero, in Laos e Vietnam torna l’incubo Covid-19
In almeno due casi si tratta di lavoratori provenienti dall’estero: un marinaio del Myanmar in Vietnam e un tecnico sud-coreano per il Laos. Le autorità di Vientiane non si mostrano preoccupate, ma rafforzano l’allerta. Hanoi impone la chiusura della città costiera di Da Nang dopo quattro casi a livello locale. In atto una maxi operazione di evacuazione dei turisti.
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - Dopo oltre tre mesi a zero contagi, per la prima volta nei giorni scorsi il Vietnam e il Laos - nazioni finora fra le più virtuose al mondo nella lotta al nuovo coronavirus - hanno fatto registrare nuovi casi. Delle sette persone risultate sinora positive al test, due sono stranieri: per il Laos, si tratta di un 32enne sud-coreano che lavora al progetto di costruzione della diga Nam Ngiep 1, nella provincia di Bolikhamxay, il cui caso è emerso la sera del 23 luglio.
In Vietnam, oltre a un contagio locale nella cittadina turistica centrale di Da Nang, si registra la positività di un marinaio del Myanmar, arrivato dal Giappone il 23 giugno e risultato infetto solo nei giorni scorsi mentre si trovava in quarantena. Ora si trova ricoverato nel reparto di malattie tropicali ad Hanoi.
Di recente il Laos aveva ricevuto elogi e apprezzamenti dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), per il modo “esemplare” con cui ha saputo gestire la pandemia di nuovo coronavirus. Il governo, spiegano gli esperti, avrebbe messo in campo “tutti gli sforzi corretti per fermarne la diffusione”. Lo stesso vale per il vicino Vietnam, che sinora non ha registrato decessi per Covid-19 e che non ha fatto registrare nuovi contagi per 99 giorni di fila.
Phouthone Muangpak, vice-ministro laotiano della Sanità, riferisce che il lavoratore sud-coreano era risultato negativo al test prima di entrare nel Paese. “Era negativo e aveva un certificato medico” aggiunge, sottolineando che a Vientiane è stato sottoposto a un ulteriore controllo di sicurezza ma la carica virale non era ancora sufficiente per rilevarne la presenza.
Dall’inizio della quarantena egli si trova nella sua stanza di albergo - così come altri quattro colleghi, risultati negativi - e riceve cibo e acqua dal personale dell’hotel; come prevede il protocollo, ogni mattina e alla sera egli è tenuto a comunicare la propria temperatura corporea ai medici che seguono il caso. In seguito alla positività al tampone, egli è stato trasferito all’ospedale dell’Amicizia nella capitale, dove si trova in regime di isolamento e riceve le cure mediche.
Per essendo il primo caso documentato in tre mesi, le autorità di Vientiane non mostrano particolari segnali di preoccupazione. Nel vicino Vietnam il governo ha invece ordinato la chiusura della città costiera di Da Nang e l'evacuazione di circa 80mila persone, soprattutto cittadini in vacanza nella nota località turistica e domestici, dopo la scoperta di quattro nuovi casi trasmessi a livello locale.
L’ultimo caso di contagio nel Paese risaliva ad aprile. Le operazioni di evacuazione andranno avanti almeno per quattro giorni: il governo ha predisposto circa 100 voli al giorno da Da Nang verso altre 11 città. All’origine del mini-focolaio vi sarebbe un 58enne che non è mai uscito dalla città, ma avrebbe avuto contatti con vicini e ha partecipato di recente a una festa di matrimonio.
Il Vietnam ha sinora fatto registrare poco più di 400 contagi da nuovo coronavirus; di questi, almeno 273 dovuti a persone provenienti dall’estero.
12/11/2020 15:01