Dopo le molestie sessuali, il ricatto: giovane cattolica si suicida
Gli aggressori l’avevano costretta a spogliarsi e l’avevano ripresa con il telefonino. Shipra aveva fatto richiesta alla polizia e alle autorità di aiuto, senza ottenere risposta. I familiari e il parroco chiedono giustizia.
Natore (AsiaNews) – Shipra Costa aveva 30 anni quando la notte del 7 agosto si è suicidata nella sua casa: la giovane cattolica di Borni, a Natore (diocesi di Rajshahi) era stata aggredita e ricattata con un video che la ritraeva nuda. La donna lascia due figlie di nove e sei anni.
La sera del 17 luglio, Saha Alam, proprietario musulmano di un negozio alimentare, raggiunge la giovane Shipra presso la sua abitazione. Quando la donna apre la porta, arrivano tre giovani musulmani – identificati come Alam Fakir, Sabuj Sarker e Abu Hana – che entrano con la forza. I tre accusano Shipra e Saha di avere un rapporto illegittimo, e iniziano a picchiarli. Tentano di stuprare Shipra, aggredendola anche con le parole e minacciando di uccidere entrambi se non si toglie i vestiti. I tre fanno una ripresa con il cellulare della donna svestita e rubano 10mila taka (circa 98 euro), un cellulare e una catenina d’oro. Gli aggressori minacciano e ricattano Shipra, aggiungendo: “Se informerai qualcuno di quanto accaduto oggi, pubblicheremo i tuoi video nuda su Facebook”.
Il giorno successivo, la giovane e la sua famiglia si recano alla polizia locale per fare denuncia (v. foto 3), ma la polizia decide di non accettare il caso. Essi cercano allora giustizia da un funzionario locale, Tujamal Haq. Anche in questo caso, non ottengono risposta positiva. La polizia ha raccolto il caso solo dopo la morte di Shipra.
Dilif Kumar Das, capo della stazione di polizia di Barigram, dice ad AsiaNews: “Abbiamo ascoltato la denuncia, ma presentava delle lacune. I colpevoli sono scappati, li stiamo cercando. Nessuno coinvolto con la morte di Shipra verrà lasciato andare”.
“I colpevoli sono potenti e influenti”, commenta Kuti Costa, padre della vittima. “Avevamo paura che avrebbero fatto di peggio con noi e nostra figlia, se avessero caricato il video sui social media, eravamo sotto pressione. Se nostra figlia avesse avuto giustizia magari non si sarebbe uccisa. Non poteva sopportare la pressione. Voglio una punizione esemplare”.
Il marito di Shipra, Dominic Rozario, lavora a Dhaka. Egli stesso chiede una punizione per quanti sono coinvolti con la morte dell’amata moglie. Il 7 agosto, l’uomo era con le figlie dal dottore. Quella sera, Shipra è rimasta sola a casa e si è impiccata. Ieri, si è tenuto il funerale della giovane, e il sacerdote della parrocchia locale ha fatto eco alla richiesta di giustizia dei familiari. La Chiesa cattolica a Borni conta 4.861 fedeli.