Dopo le “scuse” di Washington, Islamabad riapre le vie di rifornimento alle truppe Nato
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) - Islamabad riaprirà una via di comunicazione "fondamentale" per le truppe Nato in Afghanistan, per il rifornimento di scorte, materiali (escluse le armi) e mezzi militari. La decisione segue le scuse ufficiali di Washington, per l'uccisione di 24 soldati pakistani durante un bombardamento dell'aviazione statunitense nel 2011. La mossa è destinata, con molta probabilità, a sbloccare i circa 1,2 miliardi di dollari in aiuti al Pakistan, congelati da mesi dall'amministrazione Obama a causa della controversia fra i due Paesi. Intanto i talebani e le milizie estremiste interne al Paese, stanziate lungo il confine con l'Afghanistan, hanno subito minacciato di attaccare i convogli che transiteranno di nuovo lungo le strade.
Il governo pakistano si augura che la riapertura della via di rifornimento possa migliorare le relazioni con Washington, da tempo ai minimi storici dopo che Islamabad è stato per decenni il più stretto alleato Usa nella regione dell'Asia del Sud. Una crisi iniziata all'indomani dell'attacco del 26 novembre e durata oltre sette mesi, che ha finito per minare ancor più i rapporti bilaterali. Fonti ufficiali americane spiegano che non cambierà l'attuale tassa di 250 dollari, pagata al governo pakistano per il passaggio di ogni singolo camion, a dispetto di una iniziale richiesta di un aumento fino a 5mila dollari per mezzo.
Da tempo il Pakistan chiedeva scuse ufficiali per l'incidente. Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton non ha usato l'espressione "chiedere scusa" (apologize), sebbene il ministero pakistano dell'Informazione ha dichiarato che le vie sono state riaperte dopo che Washington "è stata costretta a 'chiedere scusa' al popolo pakistano e alla sua nazione". Nel corso di un colloquio con il ministro degli Esteri Hina Rabbani Khar, la Clinton avrebbe invece ammesso "lo sbaglio" e manifestato "il più profondo dispiacere" (deepest regrets) per le morti non volute.
Tuttavia, esperti di politica internazionale e analisti pakistani sottolineano che la querelle legata alla riapertura delle "Nato routes" è solo uno dei molti elementi di tensione fra Stati Uniti e Pakistan. Shuja Nawaz, direttore del Centro per l'Asia del sud al Consiglio Atlantico, sottolinea che risolvere questa disputa "era uno dei compiti più facili" da svolgere. Lo studioso, con base a Washington, aggiunge che restano ancora moltissime questioni irrisolte - fra cui la lotta ai movimenti terroristi e all'estremismo interno al Pakistan - tanto da non aspettarsi "ancora per un po' carezze e luce" nel rapporto fra i due Paesi.