14/05/2013, 00.00
LIBIA
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Dopo l'attentato, Bengasi insorge contro gli islamisti

L'attacco era diretto contro un ospedale e ha distrutto diversi edifici: sale il numero delle vittime. E' il primo atto di violenza contro obiettivi civili dopo la caduta di Muhammar Gheddafi. In migliaia scendono in piazza per chiedere la fine del governo e la cacciata delle milizie islamiste. Il pentagono invia 500 marines nella base Nato di Sigonella (Italia, Sicilia).

Bengasi  (AsiaNews) - Sale a 15 morti e decine di feriti il bilancio dell'attacco avvenuto ieri pomeriggio nel centro di Bengasi davanti a un ospedale. L'attentato è il primo contro un obiettivo civile dalla caduta di Muhammar Gheddafi, avvenuta nel settembre 2011. La bomba, piazzata all'interno di un veicolo, ha completamente distrutto alcuni vani dell'ospedale, un ristorante e altri stabili. Al momento nessun gruppo ha rivendicato l'atto, ma le autorità sospettano che dietro la carneficina vi sia la mano delle milizie islamiste già responsabili dell'assalto dell' 11 settembre 2012 al consolato statunitense.

Da ieri sera centinaia di persone stazionano davanti al cratere dell'autobomba e nei pressi del Tibisti Hotel. Altre manifestazioni sono state organizzate in varie città della Libia orientale per esprimere solidarietà alla popolazione di Bengasi e chiedere al governo maggiore sicurezza e la cacciata delle milizie islamiste, che da mesi ostacolano il ritorno alla normalità nel Paese. Nell'ottobre 2012, decine di migliaia di persone hanno invaso le vie della città protestando contro l'egemonia dei guerriglieri islamici.    

Fonti di AsiaNews descrivono uno scenario caotico che potrebbe sfociare in una guerra civile. Il Paese è diviso in due: la Cirenaica combatte contro l'insorgere delle milizie islamiste, mentre in Tripolitania lo scontro è fra le tribù sostenitrici di Gheddafi e i ribelli artefici della rivoluzione del 2011.  

In queste settimane Bengasi è stata teatro di quattro attacchi a stazioni di polizia. Tuttavia tali atti sono sempre avvenuti nelle prime ore del mattino o di notte e non hanno coinvolto civili. Casi di violenza sono avvenuti anche a Tripoli. Il 23 aprile un'autobomba è esplosa davanti all'ambasciata francese ferendo due guardie e diversi residenti. Per timore di una nuova ondata di attacchi, la Gran Bretagna ha richiamato parte del suo personale diplomatico. Dopo giorni di tensione fra il governo centrale e gruppi ribelli che hanno occupato il ministero degli Esteri e degli Interni in protesta contro i mancati pagamenti di stipendi e sussidi e i casi di corruzione imputati agli ex funzionari del regime. Ciò ha spinto il governo ha varare una legge che proibisce a coloro che hanno ricoperto alte cariche sotto la dittatura di Gheddafi di far parte delle istituzioni. Fra gli interdetti vi sono molti esponenti dell'esecutivo guidato da Ali Zidane.

Il clima di tensione ha spinto il governo degli Stati Uniti a inviare circa 500 marines nella base Nato di Sigonella (Italia, Sicilia). Ieri sera, George Little, portavoce del Pentagono ha affermato che il governo degli Stati Uniti è "pronto a rispondere, se necessario, in caso di un peggioramento della situazione o se chiamati dal governo libico". (S.C.)

 

 

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