15/02/2013, 00.00
ISRAELE
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Dopo il suicidio di una spia del Mossad: "Israele come l'Urss o la Cina"

di Joshua Lapide
Ben Zygier, arrestato nel 2010, si sarebbe suicidato in una cella di sicurezza, vigilato 24 ore su 24. Voleva denunciare l'uso di passaporti australiani nelle operazioni del Mossad contro Iran, Siria, Libano. Critiche in Israele per il poco equilibrio fra sicurezza nazionale e libertà di informazione.

Gerusalemme (AsiaNews) - "Israele non è la Russia sovietica, l'Argentina o la Cina, ma una democrazia legata ai diritti umani dei suoi cittadini... La sicurezza dello Stato va protetta, ma non con metodi totalitari": è quanto afferma un editoriale di Haaretz di ieri dopo le rivelazioni apparse sulla stampa australiana a proposito della morte misteriosa - avvenuta in prigione circa due anni fa -  di un agente del Mossad con doppia cittadinanza australiana e israeliana.

Israele ha riconosciuto e resa pubblica la sua morte solo dopo le rivelazioni dei media stranieri, creando un'ondata di critiche all'interno del Paese sui rapporti poco chiari fra sicurezza nazionale e libertà di informazione.

Tre giorni fa i media australiani hanno diffuso la notizia secondo cui un uomo nato in Australia e divenuto cittadino israeliano, Ben Zygier (v.foto), ha lavorato per i servizi segreti del Mossad. Nel 2010 egli è stato imprigionato nel carcere di Ayalon e alcuni mesi dopo, nel dicembre 2010 è morto impiccato nella sua cella di sicurezza, dove era sottoposto a vigilanza 24 ore su 24. L'uomo aveva degli alias: Ben Alon, Ben Allen, Benjamin Burrows.

In Israele ci si domanda come mai il governo ha confermato la storia di un prigioniero "X", suicidatosi in prigione, solo 24 ore dopo la valanga di informazioni australiane. Ci si domanda se sono stati rispettati i suoi diritti e si chiede quali siano i motivi dell'arresto.

Secondo la corte israeliana, i diritti del prigioniero sono stati rispettati, anche se le notizie su di lui non sono state diffuse per motivi di sicurezza.  Uno degli avvocati difensori di Ben Zygier, Avigdor Feldman, esprime dubbi sul suicidio, avendo incontrato il prigioniero uno o due giorni prima della morte e assicurando sulla sua voglia di affrontare un processo per difendere la sua innocenza.

Sulle "colpe" di Ben Zygier vi è molta reticenza da parte israeliana e molte ipotesi da parte della stampa australiana.

Il Brisbane Times afferma che egli è stato arrestato dalle autorità israeliane dopo che lui aveva deciso di rivelare l'uso di passaporti australiani in operazioni del Mossad. L'agenzia Fairfax Media ricorda che nel gennaio 2010  a Dubai, gli esecutori dell'assassinio di Mahmoud al-Mabhouh, comandante militare di Hamas  hanno usato passaporti australiani.

I media israeliani suggeriscono invece una pista di "tradimento": Ben Zygier avrebbe compiuto viaggi in Iran, Siria e Libano e avrebbe collaborato con "nemici" di Israele.

Questo sospetto cozza però con la testimonianza di Feldman, l'avvocato difensore, che conferma la foga di Zygier a voler avere un processo per dimostrare la sua innocenza. Altre fonti dicono che egli abbia rifiutato un accordo per scambiare con milioni di shekel il suo silenzio sull'uso di passaporti australiani da parte del Mossad.

Un giornalista australiano, Jason Koutsoukis, che ha intervistato a suo tempo Zygier, esclude che egli sia stato mai in Iran, Siria e Libano, avendolo espressamente negato. Ma forse vi è andato solo il suo passaporto.

Amos Regev, direttore di un giornale vicino al premier Benjamin Netanyahu, afferma che il governo israeliano si è comportato con giustizia. Zehava Galon, leader del partito di opposizione Meretz, esprime invece un dubbio: "Il fatto che tutto deve essere soggiogato ai 'bisogni di sicurezza' è qualcosa di inaccettabile".

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