Doping: 8 anni di squalifica al campione di nuoto cinese Sun Yang
Il tre volte campione olimpico si era rifiutato di sottoporsi a un test nel 2018. Aveva subito già una condanna nel 2014. Sun dichiara che ricorrerà in appello. Gli avversari: è un truffatore. L’integrità dello sport viene prima dell’armonia burocratica.
Losanna (AsiaNews/Agenzie) – Il campione cinese di nuoto Sun Yang, tre volte campione olimpico, è stato squalificato otto anni per aver saltato un test antidoping nel 2018. Il Tribunale arbitrale sportivo (Tas) di Losanna (Svizzera) ha ribaltato una prima sentenza di proscioglimento pronunciata nel gennaio del 2019.
La dura condanna rischia di mettere fine alla carriera del 28enne campione nei 200 e 400 metri stile libero. Nel 2014, Sun ha subito una prima sospensione di tre mesi per essere stato positivo alla trimetazidina, uno stimolante proibito. Lo sportivo si era giustificato dicendo che gli serviva per problemi cardiaci.
Sun dichiara che ricorrerà contro la sentenza dinanzi al Tribunale federale svizzero. Si è difeso sostenendo che si è rifiutato di effettuare il controllo perché i tecnici dell’Agenzia mondiale anti-doping non si sono identificati quando sono arrivati nella sua abitazione ad Hangzhou.
In quell’occasione avrebbe distrutto una provetta con il suo sangue: un fatto ingiustificabile per il Tas. La Federazione nuoto cinese sostiene la posizione del proprio atleta e chiede alle autorità internazionali di rivedere la normativa anti-doping.
Sun ha vinto 11 titoli mondiali dal 2011. Gli avversari si sono spesso rifiutati di condividere il podio con lui e di stringergli la mano. Ai campionati del mondo dello scorso luglio in Corea del Sud, Sun vinse la medaglia d’oro nei 400 metri stile libero, ma il britannico Duncan Scott non volle essere premiato con lui. Per Scott, il nuotatore cinese è un truffatore.
Lizzie Simmonds, in passato campionessa europea di dorso per la Gran Bretagna, si augura che la sentenza di squalifica lanci un forte messaggio contro coloro che cercano di proteggere l’armonia “burocratica” a scapito dell’integrità sportiva.
Non è la prima volta che lo sport cinese si trova al centro di uno scandalo doping. Nel 2012 Xue Yinxian, già medico della selezione olimpica cinese, rivelò che l’uso di sostanze anabolizzanti (come ormoni e steroidi) era una pratica normale per gli atleti cinesi. Egli ammise che le autorità sportive del suo Paese conducevano programmi di questo tipo sul modello di quelli portati avanti dai vecchi regimi comunisti in Est Europa.