Donna ministro uccisa, Chiesa pakistana: “atto di violenza insensata”
di Qaiser Felix
Il cordoglio e la condanna del presidente della Conferenza episcopale per l’assassinio di Zil-e-Huma Usman, ministro in Punjab, uccisa da un fanatico religioso: “bisogna promuovere la tolleranza nelle moschee e nelle chiese, il governo lavori per fermare l’estremismo, ma anche la società civile dia il suo contributo”.
Lahore (AsiaNews) - Forte condanna della Chiesa pakistana ad un “atto di violenza insensata”, quale l’omicidio di Zil-e-Huma Usman, ministro donna per gli Affari sociali del Punjab, avvenuto lo scorso 20 febbraio. Lo ha detto mons. Lawrence John Saldanha, presidente della Conferenza episcopale del Pakistan. Parlando ad AsiaNews il presule ha espresso le sue sentire condoglianze alla famiglia della donna e ha fatto appello al governo perché “controlli e metta fine a questa intolleranza verso le donne, a cui bisogna dare la libertà e il diritto di scelta”.
Il 20 febbraio Mohammad Sarwar - un “fanatico”, lo ha definito la polizia – ha ucciso la ministro, 37 anni, nella città di Gujranwala, nord di Lahore. Stava per fare un discorso davanti ai suoi sostenitori, quando un proiettile l'ha centrata alla testa. La donna è morta dopo poco all’ospedale. Ieri pomeriggio i sono svolti i funerali a Rahwali Cantt.
La polizia ha subito arrestato Sarwar, 40enne gestore di un negozio di computer a Gujranwala e padre di 9 figli. Secondo gli agenti, l’uomo è un “fanatico religioso”, che “ritiene contrario agli insegnamenti di Allah il fatto che una donna diventi ministro”. L’assassino fa parte della setta Ahle Hadith, che porta avanti una “sua interpretazione dell’islam”. A quanto riferito dalla polizia, negli interrogatori il criminale non ha mostrato pentimento: “L’ho uccisa perché conduceva una vita non islamica e diffondeva un’influenza negativa sulle altre donne”. Le autorità centrali e locali hanno promesso un processo accurato e una pena severa dopo aver raccolto tute le prove necessarie sul caso.
“Il movente del fanatismo religioso - spiega mons. Saldanha - deve spingerci a scoprire chi insegna queste cose disumane alla gente; siamo un Paese in sviluppo e certi episodi ci portano indietro nel passato”. “È necessario educare alla tolleranza nelle chiese e nelle moschee – suggerisce – e non solo il governo, ma anche la popolazione deve prendere iniziative e in questo senso politici e media giocano un ruolo vitale”. Secondo il presule, è giunto il momento che i pakistani adattino le loro posizioni e il loro atteggiamento alle esigenze della modernità.
La presidente della Commissione per i diritti umani del Pakistan (HRCP), Asma Jahangir, ha definito l’omicidio di Zil-e-Huma Usman un segno della intolleranza presente in Pakistan: “Nonostante le dichiarazioni del governo, l’estremismo è in crescita e non vi sono sforzi efficaci per arrestarlo”. Asma fa notare che l’imputato ha alle spalle gli omicidi di 6 prostitute, che lui stesso aveva confessato nel 2002, per i quali non è mai stato punito, ma scarcerato su cauzione. “Se la Giustizia avesse lavorato allora - conclude - non ci sarebbe stato questo attentato”.
Zil-e-Huma Usman era sostenitrice del presidente pakistano Pervez Musharraf e della sua politica di “moderazione illuminata” volta a garantire i diritti delle donne.
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