22/01/2019, 14.45
PAKISTAN
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Domestiche cristiane abusate, arrestate e torturate. Attivisti chiedono giustizia

di Shafique Khokhar

Saima Niaz (20 anni) e Suneha Mushtaq (11) sono accusate di furto dal loro datore di lavoro. Dalla polizia molestie sessuali, insulti e acqua bollente per estorcere una confessione. Le ragazze hanno trascorso 13 giorni in carcere senza accuse formali.

Faisalabad (AsiaNews) – Attivisti per i diritti umani chiedono alla Corte suprema del Pakistan di intervenire in difesa di due giovani donne cristiane, vittime degli abusi del datore di lavoro e torturate dagli agenti di polizia che le hanno arrestate con la falsa accusa di furto.

Saima Niaz, collaboratrice domestica di 20 anni (foto 2), e sua cugina Suneha Mushtaq, 11enne, sono recluse nel carcere distrettuale di Faisalabad dal 9 gennaio scorso, giorno della loro incriminazione. Vi sono state trasferite dopo aver già trascorso quasi due settimane di detenzione illegale tra la casa dell’uomo per cui lavoravano e le celle maschili della stazione di polizia di Chak Jhumra. Lo stesso giorno, oltre alle due giovani la polizia ha denunciato per furto anche Rehana Kausar, madre di Saima, e due persone non indentificate.

A sporgere denuncia è stato il datore di lavoro per cui lavoravano da tre anni, Rana Saif Ullah Khan. Nel novembre 2018, Saima lo aveva informato che avrebbe lasciato il lavoro il mese successivo, perché si sarebbe sposata nel febbraio 2019. Il 27 dicembre, tornate dopo le ferie di Natale, Saif Ullah ha trattenuto con la forza le giovani affinché non lasciassero casa sua. Il datore di lavoro ha poi chiamato la polizia e le ha accusate del furto di ornamenti d'oro, per un valore di 1,9 milioni di rupie (13.800 dollari Usa).

I poliziotti hanno arrestato le ragazze sul posto e le hanno tenute dietro le sbarre senza alcun mandato di arresto per 13 giorni, fino al 9 gennaio. Durante la detenzione, gli agenti hanno torturato Saima e Suneha per estorcere una confessione. Quando i genitori delle ragazze, accompagnati da leader della comunità cristiana, si sono recati alla caserma per recuperarle (foto 1), gli agenti hanno detto loro che stavano indagando sul caso e che non le avrebbero liberate fino a quando l'inchiesta non fosse finita.

Gli attivisti di Human Rights Focus Pakistan (Hrfp) condannano l'incidente e dal primo giorno sostengono le vittime fornendo loro assistenza legale. Il caso è ora discusso presso l'Alta corte di Lahore. Naveed Walter, presidente di Hrfp, dichiara: “La polizia ha torturato Saima in modo brutale, facendole ingerire acqua bollente. Gli agenti si sono spogliati davanti alle ragazze: molestie sessuali e uso di linguaggio offensivo hanno mostrato il vero volto dei poliziotti. La sospensione del comandante della stazione non è sufficiente. I responsabili devono dare spiegazioni sulla denuncia di due innocenti. Entrambe le ragazze appartengono a famiglie molto povere, devono essere supportate per tornare alle loro case e ottenere giustizia”.

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