Doha ordina un rimpasto di governo e conferma la mediazione pro-Hamas
Il cambio voluto dall’emiro riguarda sette dicasteri, fra cui il nuovo vice primo ministro e ministro di Stato per la Difesa (e intelligence). Un referendum sancisce la cancellazione del voto per il Consiglio della Shura e allarga il campo dei candidati. Portavoce esteri definisce “inaccurate” voci della fine di ruolo di mediatore e chiusura dell’ufficio del movimento palestinese.
Doha (AsiaNews) - Un tentativo di riequilibrare le forze in chiave interna e regionale, in una fase di profonde tensioni e di possibili cambiamenti che interessano tutta l’area mediorientale, che si sovrappone a un regolamento di conti interno che colpisce, in primis, quanti hanno mediato la tregua a Gaza. Come riferisce l’agenzia di stampa statale Qna, il rimpasto di governo voluto ieri dall’emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani include sette ministeri; inoltre, esso segue il referendum costituzionale che ha sancito con maggioranza schiacciante la sostituzione del voto per il Consiglio della Shura con nomine dirette. Il leader del Paese del Golfo ha inoltre scelto Sheikh Saud bin Abdulrahman bin Hassan Al Thani come vice primo ministro e ministro di Stato per gli Affari della difesa.
Il rimpasto ha riguardato sia membri già presenti al gabinetto, ma ha fatto registrare anche nuovi ingressi in ruoli di primo piano. L’emiro ha nominato Sheikh Faisal bin Thani bin Faisal Al Thani come nuovo ministro del Commercio e dell’industria; egli è il capo degli investimenti in Asia-Pacifico e Africa della Qatar Investment Authority e presidente del gruppo di telecomunicazioni qatariota Ooredoo. Al momento non vi sono notizie sul fatto che manterrà i ruoli o verrà sostituito.
Inoltre, Al Thani ha nominato Lolwah bint Rashid Al-Khater come nuovo ministro dell’Istruzione. In precedenza la donna ha ricoperto il ruolo di ministro di Stato per la cooperazione internazionale e guidato l’impegno umanitario globale di Doha, in particolare a Gaza e in Libano. La neo-ministra ha anche mediato a nome del Qatar per favorire il ritorno di decine di decine di bambini ucraini dalla Russia o dai territori occupati dall’esercito di Mosca. Al suo posto, come nuova ministra della Cooperazione internazionale è emerso il nome di Mariam bint Ali bin Nasser Al Misnad.
L’emiro ha anche nominato Buthaina bint Ali al-Nuaimi come ministro dello Sviluppo sociale e della famiglia, Mansur bin Ibrahim Al Mahmoud come ministro della Sanità e Muhammad bin Abdullah bin Muhammad Al Thani come nuovo ministro dei Trasporti. Mohammed Al Sowaidi ricoprirà il ruolo di amministratore delegato della Qatar Investment Authority, dopo aver guidato gli investimenti nelle Americhe per il fondo sovrano da 510 miliardi di dollari e, in precedenza, istituito gli uffici e il team di investimenti del fondo a New York. Egli sostituisce Mansour Ibrahim al-Mahmoud alla Qia, che l’emiro ha nominato alla Sanità.
Il rimpasto arriva a una settimana di distanza dal voto referendario sul una serie di emendamenti costituzionali, che mettono fine fra gli altri alle elezioni per il Consiglio consultivo della Shura con i ruoli che, per il futuro, saranno di nomina diretta dell'emiro che potrà scegliere anche neo-cittadini (o non qatarioti). Le ultime elezioni, un anno prima che il Qatar ospitasse la Coppa del Mondo di calcio sotto un intenso scrutinio internazionale per violazioni ai diritti umani, avevano alimentato divisioni poiché solo i discendenti dei qatarioti già cittadini nel 1930 erano idonei a votare e candidarsi. Inoltre, i collegi elettorali erano stati tracciati secondo linee tribali. E ancora, il voto ha mostrato uno schiacciante sostegno perché tutti i residenti con cittadinanza del Qatar possano ricoprire posizioni ministeriali, non solo quelli nati nel Paese.
Infine, i vertici del Qatar sono tornati in queste ore sulle voci, definendole “inaccurate”, di un ritiro di Doha dal ruolo di mediatore fra Hamas e Israele per una tregua a Gaza con liberazione degli ostaggi e della chiusura della sede del movimento palestinese a Doha. Il portavoce del ministero degli Esteri, Majed Al-Ansari, ha definito “inaccurati” gli articoli pubblicati in questi giorni, aggiungendo di aver informato le parti 10 giorni fa di una “sospensione” nella mediazione in caso di un mancato accordo in questo giro di colloqui. Le trattative, prosegue, verranno riprese quando le parti mostreranno “serietà nel porre fine alla brutale guerra e alla sofferenza continua dei civili”.
Quando le parti, sottolinea, mostreranno serietà, il Qatar sarà di nuovo “in prima linea nel fare ogni sforzo per porre fine alla guerra, restituire i prigionieri e i detenuti”. Il portavoce ha quindi ribadito che Doha rimane impegnata a sostenere i palestinesi nell’ottenere i loro diritti e uno Stato indipendente basato sui confini del 1967, con Gerusalemme est come capitale. Da ultimo, Al-Ansari invita a raccogliere informazioni da fonti ufficiali e affidabili, smentendo la notizia di chiusura dell’ufficio di Hamas nella capitale perché “non più utile allo scopo”. “Il principale obiettivo della presenza dell’ufficio [di Hamas] in Qatar - conclude il portavoce - è essere un canale di comunicazione tra le parti interessate” che, in passato, ha raggiunto accordi di cessate il fuoco e portato allo scambio di prigionieri e ostaggi, comprese donne e bambini, nel novembre 2023.
19/08/2021 09:06