Doha muove la diplomazia per rilanciare le relazioni con sauditi ed emirati
Dopo anni di tensioni e isolamento il Qatar, che ha ospitato i colloqui fra Usa e talebani, torna al centro della diplomazia regionale. Con Riyadh fonda un consiglio di coordinamento per rafforzare la partnership economica e commerciale. Prima visita in quattro anni di un alto funzionario degli Emirati a Doha.
Doha (AsiaNews/Agenzie) - Dopo anni di tensioni e isolamento a livello regionale, soprattutto con i Paesi del Golfo un tempo fra i più stretti alleati, Doha muove le pedine della diplomazia e rilancia le relazioni con Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti (Eau). In questi giorni, infatti, rappresentati sauditi e del Qatar hanno firmato un accordo che porta alla nascita di un consiglio di coordinamento per il miglioramento delle relazioni. Il nuovo organismo sarà presieduto - a conferma dell’importanza - dal principe ereditario saudita Muhammad bin Salman (Mbs) e dall’emiro del Qatar Sheikh Tamim Bin Hamad al-Thani.
La firma è arrivata nella avveniristica cittadina saudita di Neom, cuore della nuova “Vision 2030” voluta da bin Salman per affrancare la nazione dal petrolio e aprirla al turismo mondiale, allentando al tempo stesso la presa della religione (islamica) sulla vita della nazione. Il consiglio sarà chiamato a coordinare e rafforzare le relazioni bilaterali e la partnership economica e commerciali “verso orizzonti più ampi”. Emile Hokayem dell’International Institute for Strategic Studies, parla di “pace fredda”, frutto di un cambiamento pragmatico dopo il periodo tumultuoso della presidenza di Donald Trump. Una de-escalation “fragile” e frutto di “circostanze temporanee”, non un vero e proprio “cambio di mentalità”.
Che la diplomazia regionale sia in movimento è confermato anche dall’incontro fra funzionari di primo piano del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti (Eau) tenuto a Doha, nel novero della prima visita in quattro anni di un emissario di Abu Dhabi nel Paese. Protagonisti del faccia a faccia Sheikh Tahnoun bin Zayed al-Nayhan, consigliere per la sicurezza nazionale e fratello del leader di fatto degli Emirati, e l’emiro del Qatar al-Thani. Al centro della discussione, spiega una nota, “il rafforzamento della cooperazione” fra le due nazioni “in particolare nei settori dell’economia e del commercio, oltre a progetti di investimento”.
Gli incontri degli ultimi giorni rafforzano il progetto di riconciliazione fra Doha, Riyadh e Abu Dhabi dopo anni di tensioni. Sulla scia del regno wahhabita, anche Emirati Arabi Uniti, Bahrain ed Egitto avevano interrotto nel giugno 2017 i rapporti con il Qatar. All’origine dello scontro i legami fra Doha e Teheran, che in passato hanno confermato il reciproco sostegno economico e diplomatico. In realtà, dietro la controversia - che ha isolato piccolo emirato nell’area del Golfo, avvicinandolo ancor più a Turchia e al Marocco - vi sarebbe la contrapposizione nell’islam sunnita fra Doha e Abu Dhabi e l'appoggio che Doha offre all'islam dei Fratelli musulmani.
II Qatar ha ricoperto un ruolo di primo piano anche nei negoziati fra Stati Uniti e talebani, mediati nei mesi scorsi e che avrebbero dovuto garantire un accordo politico per la transazione del potere in Afghanistan. La situazione è precipitata in pochi giorni con la caduta di Kabul, il tentativo di fuga disperata di centinaia di migliaia di persone e la prima strage, avvenuta ieri, dell’Isis K che vuole approfittare della confusione per acquisire maggiore potere. Proprio a Doha il 29 febbraio 2020 è avvenuta la firma del cosiddetto “Accordo per portare la pace in Afghanistan” fra negoziatori statunitensi ed esponenti degli studenti coranici, che prevedeva la nascita “dell’emirato islamico”.