Dmitriev, l'uomo delle trattative tra Mosca e Washington
Nel dialogo riaperto in Arabia Saudita un ruolo cruciale lo sta svolgendo il capo del Rfpi, il Fondo russo per gli investimenti, un “uomo nell’ombra” nato in Ucraina, fedelissimo al presidente russo e laureato a Stanford. Che non ha mai interrotto i rapporti con l'entourage di Trump.
Mosca (AsiaNews) -Nelle trattative iniziate in Arabia Saudita tra Russia e Stati Uniti per raggiungere la pace e spartirsi l’Ucraina e il mondo intero, è in azione un personaggio cruciale oltre a Trump e Putin, Rubio e Lavrov: si tratta di Kirill Dmitriev, “uomo nell’ombra” fedelissimo al presidente russo, laureato a Stanford e capo del Rfpi, il Fondo russo per gli investimenti diretti, un fondo sovrano istituito nel 2011 dal governo russo per effettuare investimenti in società dei settori ad alto tasso di crescita dell’economia russa, essendo la trattativa in gran parte una questione di affari a livello globale.
Sono certamente importanti anche altri membri della delegazione russa come Jurij Ušakov, grande diplomatico ed ex-ambasciatore russo negli Usa, o Sergej Naryškin, direttore del controspionaggio, che hanno accompagnato a Riad il ministro degli esteri Sergej Lavrov, in carica dal 2004, secondo al mondo per durata dopo il turkmeno Rašid Meredov. Dmitriev, nato a Kiev nel 1975, ha studiato negli Usa fin dalla fine del liceo negli anni ’90, dopo aver conosciuto nella capitale ucraina ancora sovietica una famiglia americana, giunta con una missione di “diplomazia civile”, che gli ha permesso di fare le pratiche necessarie per iscriversi al college Foothill in California, prima di iscriversi all’università di Stanford. Come ricorda egli stesso, “ero uno dei pochissimi studenti stranieri, solo e senza alcun parente, che godesse di una borsa di studio intera per tutto il corso universitario”.
Dmitriev tornò in Russia nel 2000, durante l’avvento di Putin al potere, facendo carriera in varie compagnie americane come l’Ibs e la Delta Private Equity, sezione del fondo Russia-Usa creato dall’allora presidente Bill Clinton, dichiarato poi nel 2015 “organizzazione indesiderata”. Nel 2007 egli tornò nella nativa Ucraina per organizzare il fondo Icon Private Equity con un capitale da un miliardo di dollari, e riferì poi in Russia che “nel mio Paese sono in corso i cosiddetti cambiamenti democratici, con un grande aumento della corruzione che si sta mangiando tutto, bisogna fare qualcosa”, stimolando Putin a intervenire.
Dmitriev sposò quindi Natalia Popova, amica di Katerina Tikhonova, la figlia minore di Vladimir Putin, ed entrambe le donne lavorano oggi in un'altra fondazione finanziaria, la Innopraktika, creando di fatto un “circolo familiare” ai più alti livelli del Cremlino. Nel 2015 Dmitriev assunse la guida dell’Rfpi, finanziando con oltre 3 miliardi di dollari il più importante complesso chimico-petrolifero di Russia, Subura, e venne definito “il più potente lobbista di Russia”. Non è un caso che alle trattative in Arabia Saudita i russi abbiano offerto agli americani nuovi accessi alle riserve petrolifere, magari facendoli passare dalle terre dell’Artico, anch’esse oggetto di spartizione tra i due imperi.
Il compito di Dmitriev è l’attrazione dei grandi investimenti alla Russia, e nonostante tre anni di sanzioni e isolamento, egli continua a esaltare i successi delle sue iniziative. Un mese fa riferì in un incontro con Putin che il giro d’affari della Rfpi aveva superato i 25 miliardi di dollari, aumentando di 5,7 volte le somme concesse dallo Stato per le operazioni da lui realizzate. Fu proprio Dmitriev a permettere la realizzazione del vaccino Sputnik V, il primo al mondo contro il Covid, facendo vincere a Putin la corsa della “guerra pandemica” al di là della reale efficacia del prodotto, che Dmitriev si iniettò per primo vantando la sua “perfezione”.
Come raccontano alcuni dipendenti dell’Rfpi, “Kirill si sente un Messia, che deve realizzare compiti di natura evangelica per la Russia e per il mondo intero”. Si dice che sia stato uno dei principali organizzatori delle interferenze nelle elezioni americane del 2016, quelle della prima elezione di Donald Trump, tanto da essere citato nella relazione del procuratore speciale Robert Muller, che lo ricordava come presente all’inaugurazione del 2017 accanto a uno dei principali sponsor di Trump, l’ex Navy-Seal Erik Prince, fondatore della compagnia militare privata Blackwater. I rapporti di Dmitriev con l’entourage di Trump non si sono mai interrotti, neppure durante gli anni della guerra in Ucraina, e ora egli rappresenta entrambe le parti negli incontri diplomatici, per concludere una pace veramente vantaggiosa per i suoi grandi amici, quelli che siedono alla Casa Bianca e al Cremlino.
25/07/2019 08:47
14/12/2018 08:47