27/04/2023, 10.52
MALAYSIA
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Diritti umani negati, movimenti contro il governo di Kuala Lumpur

di Hal Swindall

L’ultimo caso riguarda la troupe del film "Metaga Terbang", oggetto di vandalismi, intimidazioni e minacce di morte. Anche con il nuovo premier Anwar Ibrahim la situazione non sembra migliorare. Il lavoro dello Human Rights Commission of Malaysia a tutela delle libertà. Dalla tratta di esseri umani al lavoro minorile e all’uguaglianza di genere sono molti i problemi irrisolti.

Kuala Lumpur (AsiaNews) - Ong e gruppi attivisti attaccano il governo di Kuala Lumpur per il progressivo deterioramento dei diritti umani in Malaysia, con testimonianze e denunce di abusi diffusi pur essendo il Paese firmatario di accordi internazionali sui diritti umani. Una delle ultime denunce è del mese scorso ed è sottoscritta da Amnesty Malaysia assieme ad altri 74 movimenti, per chiedere la fine delle molestie contro gli autori del film Metaga Terbang. La pellicola racconta la storia di una giovane donna che esplora i concetti e le narrazioni sull’aldilà nelle diverse religioni, in risposta alla malattia in fase terminale che aveva colpito la madre. 

La troupe che ha realizzato il film è stata oggetto di atti di vandalismo con auto danneggiate, minacce di morte e interrogatori ostili da parte della polizia, oltre a intimidazioni di varia natura. La dichiarazione dei movimenti attivisti ricorda altre restrizioni imposte dall’esecutivo sulla libertà di parola, inclusi attacchi e restrizioni alla libertà di riunione. E sempre il mese scorso è stata depositata all’Onu una indagine approfondita sui casi di discriminazione verso le donne.

Queste sono solo alcune delle ripetute violazioni commesse nell’anno in corso contro diritti che si presumono naturali e assodati in una democrazia. Una situazione allarmante, che conferma il quadro tracciato da Human Rights Watch (Hrw) nel rapporto 2022 sulla Malaysia in cui sono elencati gli abusi avvenuti sotto il precedente primo ministro, Ismail Sabri Yaakob. Violazioni che non sembrano essere calate con l’attuale governo guidato dal premier Anwar Ibrahim.

Inoltre, il rapporto del Dipartimento di Stato Usa 2022 sulla Malaysia riferisce di violazioni diffuse ai diritti umani che vanno dalle uccisioni alle torture, dai trattamenti disumani al carcere duro, dagli arresti arbitrati alla mancanza di indipendenza della magistratura. E ancora, restrizioni alla libertà di parola con molestie nei confronti di giornalisti e gruppi nazionali per i diritti umani, interferenze alla libertà di riunione e alla libertà religiosa, corruzione, violenza di genere e sfruttamento diffuso del lavoro minorile.

Fra i movimenti interni di difesa dei diritti, il più attivo è lo Human Rights Commission of Malaysia (Suhakam) con studi puntuali e dettagliati sulla situazione. Come agenzia ufficiale creata dal Parlamento negli anni ‘90, essa invoca da tempo l’abolizione del Sedition Act del 1948 per tutelare la libertà di parola e si oppone con forza alle norme sul carcere preventivo e la garanzia di un giusto processo. In risposta alle numerose denunce che riceve sulla tratta di persone, Suhakam funge da intermediario tra i denuncianti e le agenzie governative competenti. E prende atto con allarme del declassamento al livello 2 da parte del Dipartimento di Stato (2019) per il mancato rispetto degli standard minimi nella lotta alla tratta di esseri umani.

La commissione promuove corsi di addestramento per la polizia, il dipartimento dell’immigrazione e i reparti dell’anti-droga, oltre a compiere visite regolari alle prigioni, promuovere inchieste su morti sospette in carcere e promuovere la ratifica del trattato contro la tortura (Uncat). Tuttavia, a dispetto delle ripetute violazioni ai diritti umani resta in cima alle città più ambite per gli espatriati e i lavoratori migranti. Resta da vedere se i principi della Madani Way promossi dal primo ministro Anwar produrranno un vero cambiamento in tema di diritti umani nel Paese.

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