05/06/2015, 00.00
MYANMAR
Invia ad un amico

Difende l’armonia religiosa contro buddisti xenofobi: carcere e lavori forzati per intellettuale birmano

Htin Linn Oo, scrittore, è stato responsabile della comunicazione del partito di opposizione Nld. A processo per aver “insultato” la religione buddista. Sui Rohingya tensione sempre più alta.

Yangon (AsiaNews/EdA) - Un tribunale del Myanmar centrale ha condannato a due anni di galera e lavori forzati Htin Linn Oo, scrittore, intellettuale ed ex responsabile dell’informazione per il partito di opposizione Lega nazionale per la democrazia (Nld). Egli era accusato di aver “insultato” la religione buddista, nel contesto di un discorso incentrato sulla tolleranza fra religioni, in cui denunciava l’attivismo di un gruppo di monaci buddisti, fautori di politiche ultra-nazionaliste e xenofobe.

L’intervento incriminato risale al 23 ottobre 2014. L’arresto è avvenuto qualche settimana più tardi, il 17 dicembre, e la condanna è del 2 giugno scorso. Essa è arrivata in concomitanza con una marcia di un migliaio di monaci buddisti nella cittadina meridionale di Pathein, in piazza per protestare contro possibile aperture ad un rientro in patria dei migranti, soprattutto i musulmani Rohingya. 

Intervenendo a un incontro letterario, il leader dell’opposizione ha criticato l’uso che alcuni fanno del buddismo per promuovere politiche nazionaliste che tendono ad escludere le minoranze. In particolare, il riferimento era alla minoranza musulmana Rohingya, oggetto di violenze e persecuzioni nel Paese asiatico. 

Htin Linn Oo si è rivolto con parole dure contro la sedicente Associazione per la protezione della razza e della religione, meglio nota con il nome di Ma-Ba-Tha e legata al movimento estremista e nazionalista 969 del famigerato monaco U Wirathu. 

Secondo l’avvocato dell’uomo, Me Thein Than Oo, egli è stato condannato alla pena massima prevista per questo tipo di reato, inserito al comma 295a del Codice penale del Myanmar. Esso punisce quanti “feriscono la sensibilità religiosa altrui”. Tuttavia, il legale afferma con forza che l’intellettuale e attivista è “innocente” e annuncia già il ricorso in appello contro la sentenza. 

Il verdetto emesso dal tribunale di Chaung O, cittadina della divisione di Sagaing, nell’’ovest della ex Birmania giunge in un momento di forte pressione sul Paese e sul governo di Naypyidaw perché trovi una soluzione al dramma dei migranti Rohingya. Dal giugno del 2012 lo Stato occidentale di Rakhine è teatro di scontri violentissimi fra buddisti birmani e Rohingya, che hanno causato almeno 200 morti e 250mila sfollati. Secondo stime delle Nazioni Unite, in Myanmar - nazione a maggioranza buddista, con 50 milioni di abitanti - vi sono tuttora 1,3 milioni di appartenenti alla minoranza musulmana, che il governo considera immigrati irregolari e che per questo sono oggetto di abusi e persecuzioni

Ad oggi vi sono ancora 140mila sfollati rinchiusi nei centri profughi che, secondo quanto stabilito dal governo birmano, devono accettare la classificazione di bengali - e ottenere la cittadinanza - oppure rimanere "a vita" nei campi. All'interni essi sono privati dei diritti di base, fra cui assistenza sanitaria, educazione o un lavoro. Contro l'emarginazione e l'abbandono in cui versa la minoranza musulmana è intervenuta a più riprese anche la Chiesa cattolica birmana

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Vittime del ciclone messe ai lavori forzati dall’esercito birmano
23/11/2010
Dissidente birmano: da Onu e Ilo “inutili riti” che non portano cambiamenti
24/11/2009
Pyongyang condanna a otto anni di lager un cristiano americano
07/04/2010
“Lo stupro è un normale metodo per intimidire la popolazione”
13/02/2007
Torna il Gulag: si useranno detenuti per lavori pesanti in Siberia e nell’Artico
28/05/2021 08:40


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”