Dieci euro per rendere omaggio a Shiva: proteste degli indù poveri
Manju Sharma, anziana di 76 anni, afferma: “ Vecchi e donne sono rimaste in coda, mentre molti giovani e turisti sono entrati nel tempio e adorare Shiva solo perchè hanno pagato."Io – aggiunge – ho attesto più di sei ore senza mangiare per poter rendere omaggio a Shiva. Maledico la mia povertà ".
La festa in onore di Shiva (Mahashivaratri) è una tra le più importanti ricorrenze del calendario indù. Ogni anno, il tempio di Pashupatinath attira pellegrini da tutto il Paese e dall’India, ma anche molti turisti. Nel 2010 le autorità hanno istituito la possibilità di un biglietto riservato, per gestire l’enorme afflusso di fedeli e aiutare le persone più anziane. In realtà molti pellegrini accusano il Padt di voler lucrare sulla religione, dando la priorità di ingresso nel tempio ai turisti, tra i pochi a potersi permettere l’acquisto del costoso biglietto.
Shankar Lamichhane, pellegrino nepalese, sostiene che le autorità del tempio stanno facendo affari in nome della religione. “La fede – sottolinea - è uguale per tutti e la richiesta di soldi è un insulto alla devozione della gente ". Della stessa opinione è Bharat Jung, funzionario Padt, che si dice contrario al sistema del ticket. “Il biglietto per entrare in un tempio – afferma - è umiliante per tutti gli indù e non ci possono essere dei privilegi legati al denaro”.
Secondo le stime del Padt, quest’anno i fedeli erano oltre 600mila. Per mantenere la sicurezza le autorità hanno disposto oltre 4.100 tra polizia e militari, 8mila volontari; più di 2mila dipendenti del Padt sono stati impiegati nella zona per aiutare i devoti.