Di nuovo in carcere il prigioniero palestinese in sciopero della fame. Israele: è pericoloso
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità israeliane hanno arrestato di nuovo Mohammed Allan, palestinese da lungo tempo in sciopero della fame per protestare contro il provvedimento di fermo amministrativo "indefinito". Per oltre due mesi egli non ha assunto cibo e, per questo, ha sofferto danni cerebrali. Dopo aver trascorso un breve periodo in ospedale per cure mediche, l’uomo è stato ricondotto in carcere a dispetto degli appelli di attivisti e società civile che ne chiedevano la liberazione.
I familiari riferiscono che l’uomo, rientrato in carcere, intende riprendere fin da subito questa forma estrema di protesta.
Mohammed Allan, 31 anni, ha trascorso diversi giorni in terapia intensiva all’ospedale di Barzelai; per il tempo del ricovero le autorità israeliane hanno interrotto il regime di fermo amministrativo, che permette di fermare un sospetto per lunghi periodi - rinnovabili ogni sei mesi - anche senza accuse precise.
Le autorità lo avevano arrestato nel novembre 2014 con l’accusa di appartenere al gruppo estremista Islamic Jihad; rivendicando la propria innocenza, l’uomo dal giugno scorso ha rifiutato di alimentarsi e le sue condizioni sono presto deteriorate. Di recente Israele aveva proposto i primi di novembre come data del rilascio, in cambio dell’interruzione dello sciopero della fame.
Il ministero israeliano della Giustizia accusa Allan di coinvolgimento in “gravi atti di terrorismo”. Citando “informazioni top secret”, le autorità ribadiscono che l’uomo è pericoloso e per questo deve essere mantenuto in regime detentivo.
Nel luglio scorso Israele ha approvato una legge che prevede l’alimentazione forzata dei detenuti che adottano lo sciopero della fame quale forma di protesta contro il carcere.
21/08/2015