Dhaka: stilata lista di 116 sospetti radicali islamici
Sono accusati di vari crimini tra cui riciclaggio di denaro. La Commissione popolare per le indagini sul fondamentalismo cita un suo libro bianco: anche un vice commissario e alcuni agenti di polizia colpevoli di aver incitato alla violenza settaria. Imam estremisti rigettano il documento.
Dhaka (AsiaNews) - La Commissione popolare per le indagini sul fondamentalismo ha presentato alla Commissione anticorruzione (Acc) una lista di 116 islamisti radicali sospettati, tra le altre cose, di transazioni economiche illecite. Nel documento i presunti criminali vengono definiti “uomini d’affari religiosi”.
L’elenco è stato consegnato il 12 maggio da una delegazione di cinque membri guidata dal presidente della Commissione popolare e giudice della Corte suprema in pensione, Shamsuddin Chowdhury Manik, al presidente della Commissione anticorruzione, Moinuddin Abdullah.
Chowdhury ha spiegato ai giornalisti: “Abbiamo indagato per nove mesi. Ho visitato diversi luoghi e raccolto le storie di testimoni oculari e vittime. Ho informazioni che provano che uomini d’affari religiosi abbiano commesso reati tra cui riciclaggio di denaro, per questo ho deciso di consegnare il libro bianco anche alla Commissione anticorruzione”. Il presidente Moinuddin Abdullah ha assicurato che esaminerà la questione.
L'Acc è la principale agenzia governativa contro la corruzione, mentre la Commissione popolare per le indagini sul fondamentalismo e il terrorismo contro le minoranze è stata fondata l’anno scorso. Insieme ad altre organizzazioni ha di recente pubblicato il libro bianco intitolato “2mila giorni di terrorismo settario in Bangladesh”.
La Commissione popolare ha accusato diversi funzionari del governo di essere coinvolti in attività e incitamenti alla violenza settaria. A tal proposito l’ex giudice Chowdhury ha dichiarato che nel documento sono stati citati i nomi del vice commissario di Noakhali e di alcuni ufficiali di polizia di Sunamganj che hanno incoraggiato attentatori radicali.
"Dopo aver esaminato i dati di 1.000 madrase, è stata compilata una lista di 116 persone che hanno commesso una serie di reati.Ci aspettiamo che siano chiamati a rispondere delle loro azioni", ha detto ai giornalisti l’avvocato Turin Afroz, segretario della Commissione popolare.
Alla cerimonia di pubblicazione del libro bianco a Dhaka ha presenziato anche il ministro dell’Interno Asaduzzaman Khan. “Informerò la premier Sheikh Hasina sulle raccomandazioni contenute in questo documento dopo averlo studiato in maniera attenta”, ha commentato, aggiungendo che la violenza non può essere la norma in nessuna religione. “Abbiamo arrestato molti militanti” che hanno ucciso stranieri e membri delle minoranze per destabilizzare il Paese. “Le nostre attività sono ancora in corso. Nessuno di coloro che mettono a rischio il Bangladesh verrà risparmiato”, ha concluso il ministro.
Ieri, durante una conferenza stampa presso Reporters Unity nella capitale, alcuni leader islamisti radicali hanno protestato contro il libro bianco: “Ci hanno definiti ‘uomini d’affari religiosi’ insultandoci. Protestiamo con forza contro l’idea che stiamo facendo affari religiosi. Paghiamo tutti le tasse per i nostri guadagni. Chiediamo una punizione per coloro che ci hanno accusati in maniera ingiusta”, ha affermato Gazi Atuar Rahman, segretario generale dell'Olama Maskay Aiamma Parishad, organizzazione nazionale di islamisti. Gazi Atuar Rahman sostiene che la "cosiddetta" Commissione popolare per le indagini sul fondamentalismo e il terrorismo non stia facendo gli interessi del Paese.
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