Dhaka: in aumento le tossicodipendenze tra le giovani donne
Lo stress e la solitudine sono le principali cause della crescita dei casi di donne, giovani e con fragilità, che abusano di sostanze stupefacenti. Il fenomeno si è accentuato con la pandemia, in un Paese in cui è ancora molto forte lo stigma sociale verso chi ha problemi di dipendenza. La yaba la sostanza maggiormente consumata.
Dacca (AsiaNews) - La madre di Anita Gomes (nome di fantasia) è molto preoccupata. La sua unica figlia di 21 anni è diventata come un’estranea, da quando è dipendente dalla yaba. La yaba è una combinazione di caffeina concentrata e metanfetamine, un droga stimolante, dall’alto indice di dipendenza che può causare disturbi mentali e fisici, soprattutto se usata per un periodo prolungato di tempo. “Si è fatta curare due volte in un centro di riabilitazione, ma poi è tornata ad essere dipendente”, dice ad AsiaNews la madre con un filo di voce e custodendo un segreto, che per paura dello stigma sociale legato alla droga, non ha rivelato a nessuno. Prima di iniziare ad abusare della yaba infatti la giovane frequentava l’università con ottimi risultati. La storia di Anita è sempre meno un caso isolato in Bangladesh.
A dare le dimensioni, seppur approssimative, del fenomeno è il dottor Aruparatan Chowdhury, membro del Comitato nazionale per il controllo degli stupefacenti, che ha detto: "Sebbene non esistano statistiche ufficiali sui tossicodipendenti nel paese, stimiamo siano più di 10 milioni e l'80% di loro sono giovani, mentre il 43% è disoccupato e il 60% commette reati di spaccio o per acquistare la dose. Il dato più significativo per la velocità di aumento è che il 5% dei tossicodipendenti sono donne e il 90% ha un'età compresa tra i 15 e i 35 anni.”.
Dati certi sul fenomeno arrivano dal direttore del Dhaka Ahsania Mission Women's Drug Addiction Treatment and Rehabilitation Center, Iqbal Masud che spiega: “Dal 2014 sono 647 le donne con multidipendenze, quella da sostanze, ma anche con disturbi mentali, che abbiamo curato e 129 hanno avuto ricadute”. Tra le sostanze maggiormente consumate tra le donne in cura c’è la yaba (il 33%), marijuana (28%), sonniferi (16%), varie droghe (15%) e alcol (2%). Le pazienti con problemi di dipendenza erano anche affette da problemi di salute mentale: il 34% dei casi di donne ricoverate soffriva di schizofrenia, il 30% di disturbi dell’umore, il 12% è risultata bipolare e il 10% conviveva con la depressione.
La dott.sa Pallab Rozario, responsabile dell’area Salute di Caritas Bangladesh, spiega ad AsiaNews che dopo la pandemia di Covid-19, il tasso tra le donne tossicodipendenti è aumentato in modo allarmante: “Lo stress e la solitudine sono le principali cause che colpiscono in particolare le giovani studentesse universitarie. Infatti abbiamo osservato che spesso più membri di un gruppo di studio diventano contemporaneamente dipendenti da sostanze”.
Oltre alla patologia c’è anche un altro tema, per cui la storia di Anna Gomes è emblematica: la madre non ha detto della dipendenza e del ricovero della figlia a nessun altro membro della famiglia: “La questione delle donne tossicodipendenti non viene alla luce nel Paese per lo stigma sociale ancora forte che c’è in Bangladesh nei confronti di chi assume sostanze e delle loro famiglie”, spiega Rozario, che con il sostegno di Caritas Germania e Bangladesh ha gestito per molti anni un progetto per curare le donne tossicodipendenti, ma che per mancanza di fondi negli ultimi due anni, è è stato chiuso. “Con un altro programma sanitario, continuiamo a fare formazione e prevenzione nelle scuole in modo che le donne stiano lontane dalla droga", conclude Rozario.