31/07/2023, 12.59
BANGLADESH
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Dhaka: ancora manifestazioni contro la premier Hasina dopo scontri con la polizia

Nel fine settimana gli agenti hanno utilizzato gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro i sostenitori dell'opposizione, che da mesi chiede le dimissioni della prima ministra Sheikh Hasina in vista delle elezioni di gennaio 2024. Anche un gruppo di ambasciate occidentali ha presentato all'esecutivo una dichiarazione congiunta dopo l'aggressione di un candidato indipendente.

Dhaka (AsiaNews) - Continuano i disordini politici in Bangladesh dopo che nel fine settimana la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro i sostenitori dell’opposizione che durante una manifestazione hanno bloccato le strade principali della capitale Dhaka chiedendo le dimissioni della prima ministra Sheikh Hasina. Decine di persone sono rimaste ferite e almeno 120 attivisti sono stati finora arrestati. Secondo quanto scrivono i quotidiani locali, la polizia ha violato il diritto alla privacy dei manifestanti controllando i cellulari.

Il partito nazionalista del Bangladesh (BNP), all’opposizione, terrà un raduno nella capitale anche oggi, dopo aver accettato 26 condizioni imposte dalla polizia metropolitana, incluso quello di non trasmettere discorsi di persone che sono state condannate al carcere. Un chiaro riferimento all’ex premier e leader del partito Khaleda Zia, condannata per reati di corruzione, e altri membri del partito arrestati negli ultimi mesi.

Il BNP organizza proteste dallo scorso anno domandando all’esecutivo la formazione di un governo provvisorio e neutrale che supervisioni le prossime elezioni generali, previste a gennaio 2024. Decine di migliaia di persone sono finora scese in piazza contro la Lega Awami al governo, ma nonostante la pressione proveniente anche dall’estero, Hasina non sembra intenzionata a dimettersi. La premier oggi ha dichiarato di non tollerare la violenza ma di non avere “nulla da obiettare contro qualsiasi movimento o lotta” dell’opposizione, e ha poi esortato i funzionari a non temere un po’ di sommovimenti fintanto che il popolo continuerà ad appoggiare il suo governo. 

Il 28 luglio anche diversi gruppi di sostenitori dell’Awami League hanno tenuto raduni pacifici e non si sono scontrati con i manifestanti del BNP. Lo stesso giorno il segretario generale dell’opposizione, Mirza Fakhrul Islam Alamgir, rivolgendosi ai propri sostenitori ha affermato che non c'è spazio per “elezioni eque sotto questo governo”, perché “è stata distrutta ogni istituzione importante del Paese e le persone sono state private dei loro diritti. Gli aumenti dei prezzi di ogni cosa essenziale hanno reso la vita miserabile", ha aggiunto.

Al potere dal 2009, Hasina, è stata accusata di brogli elettorali nel 2014 e nel 2018, di aver mantenuto un controllo autoritario e di aver più volte violato i diritti umani, sopprimendo la libertà di parola e reprimendo ogni forma di dissenso. 

Un paio di settimane fa il candidato indipendente Hero Alam è stato aggredito dopo aver partecipato alle elezioni suppletive di una circoscrizione di Dhaka. Dopo l’episodio 13 ambasciate occidentali hanno rilasciato una dichiarazione congiunta di condanna dell’incidente. Per tutta risposta il ministro degli Affari esteri del Bangladesh, Shahriar Alam, ha convocato i rappresentanti diplomatici e ha espresso il proprio disappunto per la “violazione delle norme diplomatiche”, poiché queste non prevedono l’interferenza negli affari interni del Paese ospitante. A fine maggio gli Stati Uniti hanno annunciato una nuova politica di rilascio dei visti nei confronti dei cittadini del Bangladesh in base alla quale il permesso di ingresso su suolo statunitense verrà negato a coloro che ostacolano il processo elettorale, una mossa che, nonostante le difficoltà di attuazione, secondo i commentatori ha lo scopo di favorire elezioni libere e democratiche.

(ha collaborato all'articolo Sumon Corraya)

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