Dhaka celebra il Pohela Boishakh per un nuovo anno ‘di pace e armonia’
Un clima di “festa universale” ha caratterizzato ieri il Capodanno bengalese dell’anno 1432. Una ricorrenza che unisce fedeli di religioni diverse in un Paese attraversato negli ultimi mesi da gravi turbolenze politiche e sociali. Associazione cristiana del Bangladesh: “È parte integrante della nostra storia e della nostra cultura”.
Dhaka (AsiaNews) - Un clima di festa, fra colori e una speranza condivisa di pace e armonia, ha caratterizzato il Capodanno bengalese nell’anno 1432 celebrato ieri in tutto il Bangladesh. Sin dalle prime luci dell’alba, infatti, il Paese si è animato in un’alternanza incessante di canzoni, poesie, rappresentazioni artistiche e rituali secolari in omaggio al Pohela Boishakh, un festival radicato nel profondo nella cultura e nell’identità della nazione dell’Asia del sud. Quest’anno i festeggiamenti sono tornati a pieno regime dopo tre anni di interruzioni e restrizioni legate alla pandemia di Covid-19. Dalle vivaci città ai villaggi rurali le fiere Baisakhi, gli spettacoli culturali e la tradizionale processione Mangal Shobhajatra hanno attirato le persone in uno spirito di unità, oltre le differenze religiose ed etniche. Per un giorno le divisioni tra musulmani, indù, cristiani e buddisti svaniscono, perché tutti i cittadini del Bangladesh si riuniscono per celebrare una festa che appartiene a tutti. “Il Capodanno bengalese è una festa universale. Persone di tutte le fedi si uniscono con uno spirito di armonia. Spero che questo spirito si rafforzi” ha dichiarato ad AsiaNews Omar Faruk, uomo d’affari musulmano di Dhaka.
Una parte essenziale della celebrazione del nuovo anno è l’Halkhata, l’apertura cerimoniale dei nuovi libri contabili da parte di commercianti e negozianti; una pratica che risale al regno dell’imperatore Akbar, che introdusse il calendario bengalese per semplificare la riscossione delle imposte. In questo giorno, gli esercizi commerciali accolgono i clienti con dolci e sorrisi, segnando un nuovo inizio con gratitudine e buona volontà. Sebbene la gioia fosse palpabile, si sono registrate anche preoccupazioni e timori legati alle mutate condizioni politiche e sociali, unite alle disinformazioni circolate online sul futuro del Mangal Shobhajatra, iconica processione organizzata dalla Facoltà di Belle Arti dell’università di Dhaka. Nonostante le voci e le controversie sul cambio di nome, l’ateneo ha deciso di tenere la processione, affermando la sua importanza come simbolo di giustizia, armonia e resistenza contro l’oppressione. “Questa processione non è solo un evento culturale: è una dichiarazione” spiega Dip Hossan, studente universitario. “Mette in contatto le persone con il messaggio del bene che prevale sul male”.
La giornata è iniziata nella capitale con il raduno musicale Chhayanaut sotto l’antico albero di banyan al Ramna Park. Dal 1967 l’istituzione dedicata alla cultura bengalese organizza questo evento come protesta contro i tentativi di sopprimerne l’identità durante gli anni di dominazione pakistana. Nemmeno un attentato dinamitardo nel 2001, che ha provocato nove vittime, è riuscito a fermare questa tradizione. E anche quest’anno la folla non si è lasciata scoraggiare, a testimonianza della duratura resilienza dello spirito bengalese.
Da Dhaka a Chittagong, Sylhet, Rajshahi, Khulna e oltre, l’atmosfera di festa ha caratterizzato tutto il Paese, con le forze dell’ordine in stato di massima allerta per garantire la sicurezza e permettere alle persone di godersi i festeggiamenti in sicurezza. Mentre la gente ballava, cantava e indossava abiti tradizionali bianchi e rossi, le strade si sono riempite di un senso di rinascita e rinnovamento. Oltre alla vivacità culturale, il Pohela Boishakh ha anche contribuito a dare un forte impulso all'economia con vendite di abbigliamento, artigianato, dolci e articoli festivi che hanno raggiunto livelli record. “Non solo festeggiamo un nuovo anno, ma rafforziamo anche la nostra economia e i legami comunitari” ha detto il proprietario di una bancarella in una fiera di Dhaka. “È un giorno di gioia, affari e speranza” ha aggiunto il commerciante.
Anche i cristiani hanno partecipato in modo attivo ai festeggiamenti, che cadono in concomitanza con le celebrazioni per la Settimana Santa. Hemanta Corraya, segretario dell’Associazione cristiana del Bangladesh, ha dichiarato in un messaggio: “I bengalesi che vivono in patria e all’estero stanno celebrando il Pohela Boishakh. È parte integrante della nostra storia e della nostra cultura. Che questo primo giorno di Baishakh porti pace e armonia a tutti. Andiamo avanti con la determinazione di costruire un Paese bello e unito”. Nonostante le sfide - passate e presenti - il Capodanno bengalese rimane una celebrazione orgogliosa e vibrante dell’identità culturale locale e all’insegna della coesistenza. Esso ricorda che l’essenza dell’essere bengalese risiede nelle tradizioni condivise, nel rispetto reciproco e nella speranza collettiva di un futuro migliore. Quando il sole è tramontato nel primo giorno del 1432, ha lasciato dietro di sé un rinnovato senso di ottimismo: attraverso l’unità nella diversità, il Bangladesh può continuare a crescere come nazione radicata nell'armonia, nella storia e nella speranza.
27/12/2022 12:58
03/10/2017 09:48