Dhaka, studente ucciso a colpi di machete per le sue idee contro l’estremismo islamico
Nazimuddin Samad aveva 28 anni e studiava Giurisprudenza alla Jagannath University. Gli amici lo descrivono come un coraggioso libero pensatore. Faceva parte del movimento Ganajagaran Mancha, che difende i diritti dei blogger. Sulla sua pagina Facebook, lo studente aveva criticato la deriva islamica del Paese.
Dhaka (AsiaNews) - Nazimuddin Samad, uno studente di Giurisprudenza di 28 anni, è stato ucciso a colpi di machete e pistola per le sue idee contrarie al radicalismo islamico. L’omicidio è avvenuto intorno alle 8 di ieri sera in un incrocio molto trafficato nell’area di Sutrapur, un quartiere storico della capitale del Bangladesh. Il ragazzo stava rincasando con degli amici dopo aver seguito i corsi alla Jagannath University, dove era stato ammesso da pochi mesi. Gli amici hanno riferito che lo studente era un libero pensatore “coraggioso” e sosteneva la formazione di un Paese laico e rispettoso dei diritti umani. Faceva anche parte del Ganajagaran Mancha, movimento per i diritti dei blogger.
Alcuni testimoni hanno riferito che tre assalitori in motocicletta hanno avvicinato Nazimuddin presso l’incrocio di Ekrampur e hanno iniziato a colpirlo con dei machete. Poi gli hanno sparato un colpo di pistola alla testa, per assicurarsi della morte. I testimoni hanno anche raccontato che mentre lo colpivano, gli aggressori gridavano “Allahu Akbar” (Allah è grande).
Nessuno ha ancora rivendicato la responsabilità del gesto, ma la dinamica dell’incidente ricorda le modalità con cui sono stati uccisi altri quattro blogger, assassinati per le loro idee “atee”. Da diverso tempo estremisti islamici prendono di mira liberi pensatori e attivisti democratici. Ahmed Rajib Haider è stato il primo blogger a essere ucciso nel 2013 per le sue idee “contrarie all’islam”. Dall’inizio del 2015, altri quattro blogger hanno perso la vita: a febbraio Avijt Roy è stato assassinato vicino all’Università di Dhaka; a fine marzo, nella capitale, fondamentalisti musulmani hanno ammazzato a colpi di machete Oyasiqur Rahman; due mesi più tardi è stato il turno di Ananta Bijoy Das, ucciso a Sylhet; l’ultimo, Niloy Chakrabarti, è stato giustiziato ad agosto in pieno giorno, sotto gli occhi della madre e della sorella. Il 31 ottobre Faisal Arefin Dipan, un editore dalle idee progressiste, è stato ucciso a coltellate.
Nazimuddin era il figlio di Shamshul Haque ed era nato nell’area di Sylhet. Era un attivista del gruppo Ganajagaran Mancha, che opera per la difesa del libero pensiero in Bangladesh e chiede la punizione per i criminali di guerra della lotta di Liberazione del 1971. Di recente, sul suo profilo Facebook aveva scritto: “Non appartengo a nessuna religione”. Sulla stessa piattaforma, il giorno prima del suo omicidio aveva espresso preoccupazione per la deriva islamista del Paese e l’inazione del governo.
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