Dhaka, secondo Sheikh Hasina, lo Stato islamico non ha ucciso Cesare Tavella e Hoshi Kunio
Dhaka (AsiaNews) – Lo Stato islamico (SI) non ha alcuna responsabilità nell’uccisione del cooperante italiano Cesare Tavella e in quella del cittadino giapponese Hoshi Kunio. Lo assicura il primo ministro Sheikh Hasina in una conferenza stampa tenuta nella sua residenza (Gono Bhaban) di Dhaka. Secondo il capo di governo, gli omicidi sarebbero opera del Bangladesh Nationalist Party (Bnp) e del Jamaat-e-Islami (organizzazione politica islamica). “Lo stile delle uccisioni dei due stranieri – ha detto il primo ministro – è simile…erano ben preparate”. “Posso affermare che nessun gruppo come lo Stato islamico può condurre attività qui. La nostra intelligence – ha continuato la donna – è in allerta e non vogliamo vedere operazioni di tali gruppi in Bangladesh”.
Lo Stato islamico ha rivendicato entrambi i crimini. Secondo la polizia locale, Hoshi Kunio, 66 anni, stava viaggiano su un risciò a pedali il 3 ottobre scorso nella città di Kaunia, distretto di Rangpur, quando “il suo veicolo è stato bloccato da tre uomini mascherati in motocicletta”. L’uomo è stato ucciso a colpi di pistola. Kunio lavorava ad un progetto agricolo a Rangpur, 300km a nord di Dhaka. Secondo il Site Intelligence Group, il califfato ha rivendicato l’assassinio su Twitter.
L’omicidio del cittadino giapponese arriva a meno di una settimana da quello del cooperante italiano Cesare Tavella, 50 anni, freddato il 29 settembre scorso nella zona diplomatica della capitale mentre faceva jogging. In seguito al delitto, i governi di Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Australia hanno elevato il livello di allerta per le proprie rappresentanze diplomatiche in Bangladesh e nei Paesi dell’Asia del sud. Le scuole internazionali di Dhaka sono temporaneamente chiuse. La squadra australiana di cricket ha cancellato un tour nel Paese, programmato per la settimana scorsa, a causa di timori per la sicurezza.
Mentre il movente dell’omicidio di Cesare Tavella sembra essere la sua provenienza “occidentale”, meno chiaro è quello dell’assassinio Hoshi Kunio che, secondo testimoni, si era da poco convertito all’islam.
Siddik Hossain, imam della moschea di Munshiparha, ha dichiarato a bdnews24.com: “L’ho convertito personalmente all’islam durante l’ultimo Ramadan, alla presenza di un gruppo di musulmani locali. Egli ha pronunciato le preghiere della Jumma nella moschea molte volte da quel giorno”. Riazul Islam Rintu, cittadino di Munshiparha, conferma che Hoshi Kunio si era convertito il 27mo giorno del Ramadan e aveva preso il nome di Golam Kibria: “Ero presente quando si è convertito. Ha pronunciato le preghiere della Jumma in una moschea vicino alla sua casa e ha partecipato a quelle per l’Eid-ul-Azha nella moschea di Munshiparha”.