22/10/2021, 11.06
BANGLADESH
Invia ad un amico

Dhaka, scontri tra indù e musulmani: minoranze religiose pronte a lasciare il Paese

di Sumon Corraya

Dal 13 ottobre si è inasprita la violenza tra le due comunità religiose e ora le minoranze si sentono in pericolo. Un fedele cattolico: "Qui non c'è posto per noi, me ne vado per proteggere me e la mia famiglia". Proseguono le indagini dopo gli scontri in Chandpur che hanno causato sette morti

Dhaka (AsiaNews) - Dopo i recenti e numerosi attacchi alla comunità indù da parte dei radicali musulmani, molte minoranze religiose si sentono insicure e vogliono lasciare il Bangladesh. "Viviamo in un Paese laico dove tutte le persone di fede hanno sempre convissuto in armonia religiosa – racconta Sujon Roy, un giovane indù - ma le recenti violenze contro di noi hanno dimostrato che non siamo più sicuri e il governo non è riuscito a proteggerci dai radicali islamici".

Dello stesso parere anche Robin Costa, fedele cattolico di 45 anni: “Non ho mai pensato di dover lasciare il Bangladesh. Questa è la mia terra natale, qui ho la mia casa e le mie radici, ma il recente attacco agli indù ha dimostrato che non c’è posto per le minoranze in questo Paese". Parlando ad AsiaNews, Robin ha spiegato che per proteggere lui e la sua famiglia, egli sta progettando di andare via in un qualsiasi Paese cristiano, magari in Europa o in Canada; ha anche rivelato come i costi per migrare all’estero siano piuttosto proibitivi per lui, ma che al momento non vede altra alternativa: “I radicali musulmani continueranno a perseguitarci e l’avranno vinta. Noi lasceremo il Paese e loro si prenderanno le nostre terre”.

Le violenze si sono inasprite a partire dal 13 ottobre scorso quando nel distretto meridionale di Chandpur un gruppo di fondamentalisti musulmani ha attaccato un tempio indù dopo che si era diffusa la notizia della profanazione di una copia del sacro Corano. Nell’ultima settimana gli scontri tra i due gruppi sono proseguiti e sette persone (due indù e cinque musulmane) hanno perso la vita. Unità speciali si sono unite alle operazioni in corso per indagare sugli incidenti e arrestare i colpevoli.

Ieri la polizia ha arrestato Iqbal Hossain, ritenuto il responsabile della profanazione del Corano nel tempio indù a Comilla. La polizia ha fatto sapere che Iqbal sarebbe un vagabondo del distretto. Una versione che fa storcere il naso a Rana Dasgupta, segretario dell'Hindu Buddhist Christian Unity Council: “Un vagabondo non farebbe mai una cosa del genere di sua spontanea volontà. C'è qualcuno dietro che vuole minare l’armonia religiosa e le autorità devono fare tutto il possibile per fermare e punire i veri responsabili".

La violenza da parte dei fondamentalisti islamici sta crescendo e tutte le minoranze si sentono ora sotto attacco: "A nome di tutti i cristiani, esprimo la massima solidarietà agli indù per l'attacco contro di loro", ha dichiarato Nirmol Rozario, presidente dell'Associazione cristiana del Bangladesh. "Siamo di fronte ad aggressioni continue verso le minoranze e questo mina le fondamenta dell'armonia religiosa. A questo punto, esigiamo una punizione esemplare per coloro che sono coinvolti nelle violenze".

Ain o Salish Kendra, un'organizzazione per i diritti umani del Bangladesh che documenta gli attacchi alle minoranze, stima che 3.679 attacchi contro gli indù hanno avuto luogo nel Paese dal 2013 a oggi. Durante queste aggressioni, 11 indù sono stati uccisi e 862 sono rimasti feriti.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Dhaka: scontri tra indù e musulmani, i quotidiani indiani si schierano
20/10/2021 12:54
Dhaka: proteste per le violenze settarie contro gli insegnanti non musulmani
01/07/2022 10:19
Usa al Bangladesh: libertà religiosa per le minoranze
27/06/2005
Gujarat, il 'love jihad' nella legge anti-conversioni
28/06/2021 12:51
Barisal, 17 anni fa l’attacco alla chiesa di Baniarchor. Nessuna giustizia per le vittime
04/06/2018 12:21


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”