Dhaka, i vescovi condannano l’uccisione dell’imam e del suo assistente a New York
I due uccisi il 13 agosto scorso erano entrambi originari del Bangladesh. Sono stati freddati nel Queens mentre erano di ritorno dalla moschea. Mons. Gervas Rozario, vescovo di Rajshahi: “Condanniamo l’omicidio nel modo più duro possibile. Quelli che spargono l’odio contro le religione devono essere fermati”.
Dhaka (AsiaNews) – Il 13 agosto scorso un imam e il suo assistente, entrambi originari del Bangladesh, sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco a New York. Dopo la preghiera del pomeriggio, i due sono stati avvicinati dall’omicida nei pressi di Ozone Park, nel Queens. L’uomo ha sparato alla testa di entrambi. Le vittime, Maulana Alauddin Akonjee (55 anni) e Thara Uddin (64), erano vestiti con abiti religiosi. Akonjee aveva con sé 1000 dollari, ma l’assassino non li ha rubati. Il 14 agosto la polizia di New York ha arrestato un sospettato per l’omicidio. Si tratta di Oscar Morel, 35enne di Brooklyn. Gli agenti avrebbero trovato nella sua abitazione una revolver e alcuni indumenti simili a quelli che compaiono nei video della sorveglianza. Il movente del duplice omicidio è ancora da verificare. Alcuni musulmani della città hanno manifestato per chiedere più sicurezza, accusando il candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump di aver incentivato l’odio nei confronti dell’islam durante la sua campagna elettorale.
Mons. Gervas Rozario, vescovo di Rajshahi e presidente della Commissione episcopale di giustizia e pace, ha condannato con forza l’omicidio dei due musulmani bangladeshi a New York: “Siamo molto scioccati e dispiaciuti per l’incidente, che condanniamo nel modo più duro possibile. Condanniamo allo stesso modo tutti coloro che diffondono l’odio e la discriminazione contro le altre religioni. Costoro dovrebbero essere schedati dalle autorità”.
Secondo il prelato l’assassinio potrebbe essere stato causato da “odio razziale”.
Con un tweet, anche il ministro degli Esteri del Bangladesh ha espresso dolore per “un atto codardo compiuto contro persone pacifiche”.
Il 14 agosto centinaia di fedeli si sono radunati alla moschea di Ozone Park – frequentata per la maggior parte da originari del Bangladesh – per ricordare le vittime.
Ieri i parenti di Akonjee hanno parlato del lutto che ha colpito la loro famiglia, chiedendo: “Come si può uccidere a causa della religione in un Paese civilizzato come gli Stati Uniti?”.
20/05/2019 14:47