06/08/2020, 11.50
BANGLADESH
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Dhaka, Covid-19 e giornalisti: quasi 700 infetti, 27 vittime e un migliaio disoccupati

di Sumon Corraya

Dopo medici e operatori sanitari, quella dei cronisti è una delle categorie più colpite dal Covid-19. Molti denunciano la mancanza di mezzi di protezione personale, pur raccontando la pandemia dalla prima linea. In questi mesi 244 quotidiani su 340 hanno interrotto le pubblicazioni. Giornalista cattolico: “Sono disoccupato, non so che fare”.

Dhaka (AsiaNews) - Dopo medici e operatori sanitari, fra le categorie più colpite in Bangladesh dalla pandemia di nuovo coronavirus vi sono i giornalisti, con un totale di 678 casi accertati negli ultimi cinque mesi. Di questi colpiti dal virus, almeno 27 sono morti a causa del Covid-19 e la maggior parte di essi lavoravano nei veri media - tv, stampa e online - della capitale Dhaka. 

Alcuni cronisti hanno denunciato la mancanza di mezzi adeguati di protezione personale, fra cui le mascherine, mentre si trovavano a raccontare il virus dalla prima linea, in particolare gli ospedali. Altri affermano che dietro i picchi di contagio vi è la necessità di viaggiare e incontrare persone per raccogliere informazioni. E ancora, dietro una parte dei decessi vi sarebbero imprudenza e negligenza nel rispetto delle norme sanitarie dei singoli giornalisti. 

Liton Rahaman, giornalista a Dhaka, sottolinea ad AsiaNews che “un medico o un infermiere possono capire chi è infetto da coronavirus e chi no, ma un giornalista per raccogliere informazioni passa dal dottore al pescivendolo, al ministro. Incontra ogni tipo di persona, ma non può sapere chi è positivo al coronavirus”. Ahmed Fayez, coordinatore del gruppo Our Media, Our Rights aggiunge che il numero reale degli infetti è di gran lunga maggiore, perché molti cronisti non vogliono far sapere di essere infetti e gli editori non offrono alcuna garanzia o copertura in caso di malattia. 

Secondo il Dipartimento governativo per l’editoria e la cinematografia, in Bangladesh vi sono 340 giornali. A causa della pandemia di nuovo coronavirus 244 hanno interrotto le pubblicazioni e solo 86 continuano a funzionare a pieno regime. A Dhaka solo 10 quotidiani versano in modo regolare lo stipendio ai propri cronisti, la maggior parte non ha coperture sufficienti per versare i salari. 

La crisi economica colpisce anche gli operatori dei media, tanto che in pochi mesi oltre un migliaio di giornalisti hanno perso il lavoro. Molti di essi, per status e orgoglio, non vogliono chiedere sussidi e aiuti, altri ancora hanno infine deciso di cambiare lavoro per poter sopravvivere. Victor K Rozario, giornalista cattolico che lavora per un quotidiano online di Dhaka, racconta di essere stato colpito dal virus ed ora è guarito. Al momento è senza lavoro ed è tornato nel suo villaggio nativo a Natore. “Sono disoccupato - afferma - e in cerca di nuova occupazione. Non so che fare” e la crisi dei media non offre spiragli nel breve periodo. 

Un operatore dei media, dietro anonimato, attacca gli editori che non farebbero nulla per preservare l’integrità fisica dei giornalisti nella pandemia. “Molti proprietari dei giornali - spiega - non forniscono mezzi di trasporto, non si curano se i giornalisti si infettano e diventano positivi al coronavirus. Il punto è che noi lavoriamo in prima linea, per assicurare fatti e notizie alla gente”. Anzi, conclude, molti editori invece di aiutare sfruttano la pandemia per liberarsi del personale.

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