Denunciata la chiesa che ha battezzato Lina Joy, convertita dall'Islam
Secondo la denuncia il battesimo della musulmana è "illegale". La Corte federale, che deve sentenziare sulla conversione della donna, prende tempo: "La questione è molto delicata". Intanto blog islamici invitano a pregare "per la vittoria dell'Islam" nel paese.
Kuala Lumpur (AsiaNews) La Corte federale della Malaysia, che da mesi ha in mano l'appello di Lina Joy perché le venga riconosciuta la conversione al Cristianesimo, non ha intenzione di esprimersi in tempi brevi, perchè la questione "è delicata e richiede un attento esame". Intanto crescono di giorno in giorno le pressioni degli estremisti islamici, intenzionati ad impedire che un positivo esito del caso possa dare il via ad una "fuga dall'Islam" di altri fedeli. Da pochi giorni, ad esempio, la parrocchia dove è stata battezzata la Joy è venuta a sapere dell'esistenza di un fascicolo della polizia che la riguarda.
La comunità della parrocchia di Nostra Signora di Fatima, a Brickfields, dove la Joy è stata battezzata, è venuta sapere di una denuncia alla polizia nei suoi confronti. Secondo il bimensile Harakah del 16 31 agosto, un uomo chiamato Taib Hisham ha denunciato la chiesa perché il battesimo della donna è contrario all'Art. 11 della Costituzione, che cita "la legge può controllare o limitare la propagazione di ogni dottrina religiosa o credo tra le persone che professano l'Islam". L'iniziativa di Taib è sostenuta anche da alcuni esponenti dell'ala giovanile dell'Islamic Party of Malaysia (conosciuto come PAS) e di Ong islamiche. L'Art. 11 è anche quello che garantisce la libertà religiosa nel paese.
Tun Ahmad Fairuz Sheikh Abdul Halim, il capo della Giustizia e membro della Corte federale, ammette di aver bisogno, insieme a suoi colleghi, di tempo per valutare con calma tutte le istanze presentate su Lina Joy, perché "il caso è delicato". I giudici, riferisce, devono studiare tutte le argomentazioni sottoposte loro da varie Organizzazioni non governative (Ong). A favore della donna convertita si sono schierati, tra gli altri, il Consiglio malaysiano per Buddismo, Cristianesimo, Induismo e Sikh, l'Associazione delle donne-avvocato e le Sister in Islam.
Lo scorso 3 luglio la Corte federale ha rimandato il suo verdetto in data da definire.
Convertitasi al Cristianesimo nel 1998, Lina Joy, ha chiesto che venga tolta la parola "Islam" dalla sua carta d'identità (che esprime la religione di appartenenza) prima all'anagrafe e poi alla Corte di appello. Entrambe le istanze hanno rifiutato e la Joy si è appellata alla Corte federale. Di fatto nel Paese esistono due legislazioni: quella islamica e quella costituzionale che spesso entrano in conflitto.
I conservatori islamici temono che se i giudici consentiranno alla donna di abbandonare l'Islam, questo potrebbe aprire le porte a molte altre richieste di musulmani, che vogliono cambiare religione. E mentre si attende la sentenza essi prendono le loro "precauzioni".
Fonti locali riferiscono che ormai si sta facendo di tutto per portare la comunità musulmana su posizioni "a difesa dell'Islam". Ad esempio numerosi blog e siti web, esenti da censura, invitano a pregare e digiunare per un verdetto che "sancisca la vittoria dell'Islam" in Malaysia.