Demolizione Babri Masjid: proscioglimento leader del Bjp è vittoria della falsità
Una corte speciale scagiona esponenti del Bharatiya Janata Party accusati di aver pianificato la distruzione della moschea ad Ayodhya. Parlamentare musulmano: Giornata nera nella storia della magistratura; vittoria dell’ideologia estremista Hindutva. P. Anand Mathew IMS: Ormai tutto può essere fatto in India.
Lucknow (AsiaNews) – “È una giornata nera nella storia della magistratura indiana”. Asaduddin Owaisi, parlamentare musulmano a capo dell’ India Majlis-e-Ittehadul Muslimeen, non usa mezzi termini per commentare la sentenza con cui una corte locale ha prosciolto ieri 32 esponenti del partito nazionalista indù Bjp (Bharatiya Janata Party), accusati per la demolizione della moschea di Babri ad Ayodhya (Uttar Pradesh). Secondo il giudice, non ci sono prove per affermare che figure di spicco del Bjp, tra cui l’ex leader della formazione Lal Krishna Advani, abbiamo pianificato la distruzione del luogo sacro 28 anni fa. L’assalto, compiuto da una folla di 150mila radicali indù, aveva portato a scontri con la comunità musulmana e alla morte di 2mila persone. Per Owaisi, il verdetto soddisfa la coscienza collettiva dell'ideologia estremista Hindutva. Membri dell’opposizione all’amministrazione Modi hanno parlato di decisione “scioccante, che va contro la legge e i principi della giustizia”. Sulla pronuncia, e i suoi riflessi, AsiaNews ha raccolto il pensiero di padre Anand Mathew IMS , coordinatore di Sajha Sanskriti Manch, un'alleanza di attivisti sociali con sede a Varanasi; p. Anand è un "gandhiano" impegnato nel dialogo interreligioso.
Tre luoghi sono molto importanti per gli indù: Ayodhya (per il dio Ram), Kashi (Shiva) e Mathura (Krishna). Gli estremisti vogliono la cancellazione della presenza musulmana da questi siti perché la considerano un’offesa alla loro religione. Non vi sono prove certe che la Babri Masjid è stata costruita sulle rovine di un tempio indù. Nell’ottica dei gruppi nazionalisti, ora sarà più facile demolire le moschee di Kashi e Mathura, dove è riconosciuto che una volta sorgessero luoghi sacri indù.
Durante la demolizione della Babri Masjid, lo slogan dei fondamentalisti era "Ayodhyatoh bas jhankihai, Kashi Mathura baakihai” (Ayodhya è l’inizio, Kashi e Mathura sono i prossimi).
La Commissione d'inchiesta “Liberhan Ayodhya”, nei 17 anni della sua attività, aveva concluso che la distruzione della moschea era il risultato di una “cospirazione pianificata”. Essa era stata formata nel 1992 dal governo Rao e aveva presentato un rapporto finale nel 2009. Lo scorso anno, nel verdetto con il quale assegnava alla comunità indù l’area prima occupata dalla Babri Masjid, la Corte suprema aveva ammesso che la demolizione del luogo di preghiera era stata “un’enorme” violazione della legge.
Ora, dopo 28 anni di iter processuale, i giudici sostengono non vi sia stata alcuna cospirazione, e che in realtà i leader del Bjp erano intervenuti per fermare la “spontanea” esplosione di violenza. È la vittoria della falsità (Astatyamev) sulla verità (Satyamev). Ciò che disturba persone come noi, che lavoriamo per la giustizia, la pace e l'armonia, dopo un lungo studio, è che la Corte ha chiuso gli occhi sulla verità e affermato in modo palese la falsità, il che significa che tutto può essere fatto in India. Speriamo che questa fase di falsità e cospirazione sia passeggera, e che si torni a una di giustizia, pace e verità.
(Ha collaborato Nirmala Carvalho)