Delhi: attivisti e intellettuali contro il festival filo-indù, che provoca danni all’ambiente
Organizzato dal santone Sri Sri Ravi Shankar, il World Culture Festival celebra i 35 anni di vita della fondazione Art of Living. L’evento si tiene sulle rive del fiume sacro Yamuna e ha originato forti polemiche. Lenin Raghuvanshi: evento di carattere religioso filo-estremista. Ram Puniyani: inaccettabili violazioni all’ambiente e alle leggi.
New Delhi (AsiaNews) - Attivisti, intellettuali e ambientalisti si scagliano contro il controverso World Culture Festival (Wcf), organizzato dalla fondazione Art of Living del controverso santone indiano Sri Sri Ravi Shankar, per festeggiare i 35 anni di attività dell’associazione. Esso è in programma dall’11 al 13 marzo a Delhi, sulle rive dello Yamuna. L’evento, che secondo gli organizzatori dovrebbe radunare milioni di persone sulle sponde del fiume sacro per “celebrare pace e diversità” ha originato polemiche e attacchi, in particolare per i danni all’ambiente che esso provocherebbe.
Fra le voci critiche vi è anche quella di Lenin Raghuvanshi, direttore del People's Vigilance Committee for Human Rights (Pvchr), che non nasconde le proprie preoccupazioni per questo evento. Prima di tutto, spiega l’attivista, esso mette in pericolo il fragile ecosistema ambientale che circonda il letto del fiume. Inoltre, esso si inserisce nel contesto delle celebrazioni di carattere religioso filo-estremista, che hanno trovato facile presa con l’avvento al potere del premier Narendra Modi e il suo Bharatiya Janata Party (Bjp, nazionalista indù).
Già in passato il Pvchr ha denunciato le attività e le iniziative promosse da Art of Living e di Sri Sri Ravi Shankar il quale, spiega Raghuvanshi, “non lavora per la religione indù” ma per “le ideologie di estrema destra” legate all’induismo. “Il Wcf - aggiunge - va inserito nello stesso contesto culturale dell’Rss [Rashtriya Swayamsevak Sangh, militanti nazionalisti indù, ndr], essendo l’ala culturale del partito Bjp”.
Parafrasando Sri Sri Ravi Shankar, il festival avrebbe dovuto essere un grande meeting di “leader internazionali e gente comune” da tenersi proprio sulle rive del fiume Yamuna, che attraversa Delhi. In realtà la salute del fiume è in serio pericolo a causa delle opere mastodontiche che la fondazione Art of Living ha realizzato su uno spazio di mille acri di superficie protetta. Fra queste un enorme palco per ospitare i 35mila artisti che dovrebbe esibirsi di fronte al pubblico, fra cui 8mila musicisti indiani. A questo si aggiungono aree parcheggio, 360 toilette mobili e ponti per collegare i parcheggi al palco. Il tutto realizzato da uomini della fondazione Art of Living col contributo dell’esercito indiano, mandato dal ministero della Difesa a trasformare i sogni del guru in realtà.
Insieme alle polemiche sull’impiego di soldati per montare palchi e ponti di eventi privati, anche gli ambientalisti sono sul piede di guerra, per i danni ingenti causati all’ecosistema del fiume Yamuna. Secondo il National Green Tribunal serviranno oltre 16 milioni di euro per cercare di riparare i danni ambientali causati dalle costruzioni temporanee - più strade, parcheggi... - realizzate dalla fondazione. Accuse che Sri Sri Ravi Shankar ha rifiutato, ma che non spengono le polemiche.
Rilanciando le critiche al festival, Lenin Raghuvanshi ricorda che “mentre la comunità internazionale presta molta attenzione ai temi dell’ambiente, con papa Francesco in prima fila”, l’organizzazione del Wcf sulle rive del fiume Yamuna è fonte di “danni devastanti”. E anche alla figura del controverso santone, il direttore Pvchr non risparmia critiche. In passato Sri Sri Ravi Shankar si è battuto per la “privatizzazione di tutte le scuole governative”, promuovendo in questo modo la struttura indù basata sulle caste ed escludendo in questo modo Dalit e tribali dal diritto all’istruzione.
Critiche al festival provengono anche da Ram Puniyani, presidente del Center for Study of Society and Secularism a Mumbai: “Il World Culture Festival (Wcf) - spiega ad AsiaNews - è solo un tentativo di fare spettacolo. Ma le violazioni all’ambiente e alle leggi sono inaccettabili. In India non vi è solo la cultura indù, che è messa in mostra in questo evento. I guru in India erano sobri e spartani; il Wcf è solo un tentativo della classe dirigente di mettersi in mostra”.
15/02/2018 10:09