Del Boca: le armi francesi ai ribelli non smuovono lo stallo libico
Russia e Unione africana criticano Parigi per il rifornimento di armamenti al fronte opposto a Gheddafi. Continuano i bombardamenti Nato; scarseggiano farmaci e attrezzature negli ospedali di Bengasi. La figlia del rais parla di negoziati. Esperto di Libia: accordi se le parti sono libere, ma al momento troppe “ingerenze esterne”.
Roma (AsiaNews) – Il rifornimento di armi da parte della Francia ai ribelli libici “non mi stupisce”, ma per il momento “non cambia la sostanza” perché si tratta solo di mitragliatrici e altre armi leggere. In Libia vi è “una situazione di stallo che continua”, aggravata dalle troppe “ingerenze esterne” rispetto ai due fronti in lotta. È quanto afferma ad AsiaNews Angelo Del Boca, giornalista e docente universitario, da oltre 30 anni studioso delle vicende libiche e del suo leader, Muammar Gheddafi.
Nei giorni scorsi il quotidiano francese Le Figaro ha rivelato che il governo di Parigi fornisce armi ai ribelli della Cirenaica, per attaccare Tripoli e le milizie fedeli a Gheddafi. Tuttavia, gli aiuti militari agli oppositori del rais sono un fenomeno che si consuma da tempo, attraverso Paesi terzi come Qatar e altri Stati del Golfo. Intanto si fa sempre più difficile la situazione umanitaria in Libia: continuano i bombardamenti della Nato verso obiettivi sensibili; nel frattempo gli ospedali della zona di Bengasi devono fronteggiare una penuria di farmaci e di attrezzature mediche.
Parlando delle armi fornite ai ribelli, il prof Del Boca afferma che “non c’è da stupirsi perché era un punto già risaputo”. L’accordo era stato raggiunto di recente, durante una missione a Parigi di un rappresentante dei ribelli libici. “Conosco il peso di questi armamenti – continua lo storico – e non faranno la differenza nel conflitto”. Egli aggiunge che “da mesi” i ribelli sarebbero pronti ad assaltare Tripoli, ma “non hanno la forza sufficiente per farlo” e “qualche arma in più non cambia la sostanza, perché non possono paracadutare carri armati”.
La Russia e l’Unione africana hanno criticato la decisione di Parigi di fornire armi ai ribelli. Una posizione, spiega il prof. Del Boca, comprensibile perché “secondo i dettami Onu, in caso di guerra civile si deve difendere la popolazione” ma non schierarsi a favore di una parte: “la Francia – sottolinea – esce dal solco tracciato dal mandato delle Nazioni Unite”. Secondo l’esperto di vicende libiche, nel Pese vi è “una situazione di stallo che continua”.
In queste ore sarebbero in corso negoziati tra Gheddafi e i ribelli, come riferisce l’unica figlia del rais. In una intervista alla televisione francese, Aisha conferma che il padre non lascerà il Paese, ma vi è la volontà di “porre fine allo spargimento di sangue”. “Penso che se lasciassero fare alle due parti – conclude il prof Del Boca – troverebbero una soluzione, ma ci sono troppe ingerenze dall’esterno”.(DS)
Nei giorni scorsi il quotidiano francese Le Figaro ha rivelato che il governo di Parigi fornisce armi ai ribelli della Cirenaica, per attaccare Tripoli e le milizie fedeli a Gheddafi. Tuttavia, gli aiuti militari agli oppositori del rais sono un fenomeno che si consuma da tempo, attraverso Paesi terzi come Qatar e altri Stati del Golfo. Intanto si fa sempre più difficile la situazione umanitaria in Libia: continuano i bombardamenti della Nato verso obiettivi sensibili; nel frattempo gli ospedali della zona di Bengasi devono fronteggiare una penuria di farmaci e di attrezzature mediche.
Parlando delle armi fornite ai ribelli, il prof Del Boca afferma che “non c’è da stupirsi perché era un punto già risaputo”. L’accordo era stato raggiunto di recente, durante una missione a Parigi di un rappresentante dei ribelli libici. “Conosco il peso di questi armamenti – continua lo storico – e non faranno la differenza nel conflitto”. Egli aggiunge che “da mesi” i ribelli sarebbero pronti ad assaltare Tripoli, ma “non hanno la forza sufficiente per farlo” e “qualche arma in più non cambia la sostanza, perché non possono paracadutare carri armati”.
La Russia e l’Unione africana hanno criticato la decisione di Parigi di fornire armi ai ribelli. Una posizione, spiega il prof. Del Boca, comprensibile perché “secondo i dettami Onu, in caso di guerra civile si deve difendere la popolazione” ma non schierarsi a favore di una parte: “la Francia – sottolinea – esce dal solco tracciato dal mandato delle Nazioni Unite”. Secondo l’esperto di vicende libiche, nel Pese vi è “una situazione di stallo che continua”.
In queste ore sarebbero in corso negoziati tra Gheddafi e i ribelli, come riferisce l’unica figlia del rais. In una intervista alla televisione francese, Aisha conferma che il padre non lascerà il Paese, ma vi è la volontà di “porre fine allo spargimento di sangue”. “Penso che se lasciassero fare alle due parti – conclude il prof Del Boca – troverebbero una soluzione, ma ci sono troppe ingerenze dall’esterno”.(DS)
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