Dare oggi una risposta alla domanda di Gesù: “Voi chi dite che io sia?”
Presentato il simposio internazionale “Gesù nostro contemporaneo”, che si svolgerà a Roma dal 9 all'11 febbraio, promosso dal Comitato per il progetto culturale della Chiesa Italiana. Il card. Ruini: “un messaggio forte alla società e a un mondo culturale che appaiono oppressi da tante altre preoccupazioni e tanti altri bisogni”.
Roma (AsiaNews) – Dare oggi una risposta alla domanda di Gesù di Nazaret “Voi chi dite che io sia?”, cercandola non solo nella fede, ma anche nella cultura, per proporla a un mondo che tende “a relegare Gesù nel passato”. È il simposio “Gesù nostro contemporaneo”, che si svolgerà a Roma dal 9 all'11 febbraio, promosso dal Comitato per il progetto culturale della Chiesa Italiana.
“Una proposta audace, fatta in maniera rispettosa anche a coloro che credono diversamente” e “un messaggio forte alla società e a un mondo culturale che appaiono oppressi da tante altre preoccupazioni e tanti altri bisogni” . Cosi' il card. Camillo Ruini, presidente del Comitato della Conferenza episcopale italiana ha definito l’incontro, presentato ieri a Roma, al quale prenderanno parte oltre mille persone, cristiani e non, credenti e non.
L’evento partirà dalla considerazione che “la ricerca storica su Gesù - ha detto il card. Ruini - negli ultimi anni ha avuto una svolta” e “ha riacquistato spessore, compresa la risurrezione, il punto più controverso che ha suscitato più scetticismo. Oggi molti dicono: non è privo di un robusto aggancio storico”. Di qui l’aspetto centrale del dibattito della “attualità di Gesù, che emerge da una storia efficiente, che ha effetti e tuttora agisce, che da Lui è arrivata fino a noi, nella paradossale forma della Croce e della Resurrezione”.
“Dire che Gesù è nostro contemporaneo - ha spiegato il card. Ruini - non significa semplicemente rivendicarne l'attualità, ma dire molto di più, e cioè che Gesù è nostro contemporaneo proprio nella sua vicenda storica unica e irripetibile; non, quindi, semplicemente nel ricordo, o nel tentativo di modellare la nostra vita sulla sua, ma nella sua realtà. Questa è la posizione della fede, ed è su questo che vogliamo misurarci”. L'obiettivo è ''riproporre tutto ciò su un piano culturale, che mostri che la fede non sia un salto nel vuoto: certo, c'è una componente di scelta libera, ma la fede è una scelta plausibile e ragionevole”.
Tra i temi di confronto, Gesù e i poveri, Gesù e le donne, Gesù e la fiction, Gesù nella letteratura e anche i libri di Benedetto XVI su Gesù di Nazaret. L'apertura dell’incontro sarà del presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco. Tra gli interventi, il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura, il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano, il direttore di AsiaNews padre Bernardo Cervellera, che intervisterà il cardinale di Hong Kong Joseph Zen Ze-kiun. E poi il rabbino capo di Venezia Elia Enrico Richetti, il teologo Klaus Berger, il filosofo Jean-Luc Marion, la regista Liliana Cavani, il cantautore Roberto Vecchioni, i giornalisti Paolo Mieli, Tony Capuozzo e Giuliano Ferrara.
“Una proposta audace, fatta in maniera rispettosa anche a coloro che credono diversamente” e “un messaggio forte alla società e a un mondo culturale che appaiono oppressi da tante altre preoccupazioni e tanti altri bisogni” . Cosi' il card. Camillo Ruini, presidente del Comitato della Conferenza episcopale italiana ha definito l’incontro, presentato ieri a Roma, al quale prenderanno parte oltre mille persone, cristiani e non, credenti e non.
L’evento partirà dalla considerazione che “la ricerca storica su Gesù - ha detto il card. Ruini - negli ultimi anni ha avuto una svolta” e “ha riacquistato spessore, compresa la risurrezione, il punto più controverso che ha suscitato più scetticismo. Oggi molti dicono: non è privo di un robusto aggancio storico”. Di qui l’aspetto centrale del dibattito della “attualità di Gesù, che emerge da una storia efficiente, che ha effetti e tuttora agisce, che da Lui è arrivata fino a noi, nella paradossale forma della Croce e della Resurrezione”.
“Dire che Gesù è nostro contemporaneo - ha spiegato il card. Ruini - non significa semplicemente rivendicarne l'attualità, ma dire molto di più, e cioè che Gesù è nostro contemporaneo proprio nella sua vicenda storica unica e irripetibile; non, quindi, semplicemente nel ricordo, o nel tentativo di modellare la nostra vita sulla sua, ma nella sua realtà. Questa è la posizione della fede, ed è su questo che vogliamo misurarci”. L'obiettivo è ''riproporre tutto ciò su un piano culturale, che mostri che la fede non sia un salto nel vuoto: certo, c'è una componente di scelta libera, ma la fede è una scelta plausibile e ragionevole”.
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