Damasco spera che l'intervento egiziano allontani le sanzioni Onu
Damasco (AsiaNews) C'è preoccupazione a Damasco per la riunione di lunedì al Palazzo di vetro, anche se le posizioni annunciate di Russia e Cina, che si sono dette contrarie a sanzioni contro la Siria, e la mediazione offerta dall'Egitto offrono qualche margine di ottimismo.
Particolare valore viene dato in Siria alla improvisa visita, venerdì, del presidente egiziano Hosni Moubarak, a capo di una delegazione ufficiale, composta, fra l'altro, dal ministro degli Esteri, Abou El Ghaitt, e dall'inviato speciale di Moubarak in Arabia Seoudita, Omar Souleiman, di ritorno dalla consegna, il mercoledì, una lettera della massima importanza al re saudita, riguardante gli ultimi sviluppi della situazione dopo la publicazione del rapporto Mehlis e le voci che parlano di una probabile sanzione contro la Siria.
Nell'ambito della visita, c'è stata una riunione a porte chiuse tra i due presidenti, Moubarak e Assad, durata più di un'ora, alla fine della quale l'agenzia SANA ha riaffermato la piena disponibilita della Siria di collaborare con la commissione d'inchiesta internazionale sull'assassinio dell'ex premier libanese Rafic Hariri ed il suo rifiuto categorico di qualsiasi "manipolazione del rapporto a fini politici", orientato in modo da servire alcuni interessi internazionali.
Da parte sua il ministro degli Esteri d'Egitto, Ahmed Abou El Ghaitt ha ribadito la disponibilità del suo governo ed ha dato credito ale affermazioni dei responsabili siriani, rifiutandosi di considerare il problema attuale come risultato "del peggioramento dei rapporti tra il Libano e la Siria". Il ministro egiziano ha anche affermata la necessità di ridare stabilità e pace alla regione Mediorientale.
In Siria viene vista con favore l'iniziativa del presidente egiziano la mediazione del quale viene giudicata "Unico e ultimo rimedio". Eco del clima sulla stampa siriana, secondo la quale la riunione di lunedì all'ONU dei ministri degli Affari Esteri e del Libano non sarà in grado di produrre nessun effetto, "perché ormai tutto il mondo sa cosa vogliono gli Americani con i loro alleati dal Rapporto "politicizzato"e" non definitivo" di Mehlis", che "mira a rendere servizio ad Israele, Paese protetto dagli Americani".