Damasco annuncia di accettare “senza riserve” il piano della Lega Araba
L’accordo prevede la fine delle violenze, il ritiro dell’esercito dalle città, la liberazione dei prigionieri politici e l’avvio di un dialogo con l’opposizione. Ma per il Syrian National Council, siamo davanti a “un tentativo di guadagnare tempo” fatto da “un regime famoso per fare promesse e non mantenerle”. E oggi il Syrian Observatory for Human Rights denuncia che tre persone sono state uccise stamattina a Homs, “dove si odono ancora raffiche di mitra”.
Beirut (AsiaNews) – Assad alla fine sembra aver ceduto: la Siria ha ufficialmente accettato “senza riserve” il piano presentato dalla Lega araba per porre fine alla catena di violenze che da marzo insanguina in Paese. Il piano, scrive la siriana SANA prevede “la fine di tutti gli atti di violenza di qualsiasi origine per la protezione dei cittadini siriani, il rilascio delle persone che sono state arrestate in conseguenza delle attuali vicende e la liberazione di città e aree residenziali da ogni presenza militare”. Si prevede anche la possibilità per Lega araba e media internazionali di “muoversi liberamente in tutta la Siria per verificare la realtà della situazione e seguire quanto accade”.
In quanto annunciato non c’è traccia delle richieste avanzate da Damasco, che l’opposizione rinunci alle armi, che gli Stati arabi smettano di cercare fondi e armi per “i ribelli” e che si ponga fine alla campagna mediatica contro la Siria.
Da parte sua, la Lega araba, in un comunicato plaude all’accordo raggiunto ieri sera al Cairo e uno degli artefici del “piano”, il Primo ministro del Qatar, Sheikh Hamad bin Jassim Al Thani, ha detto che proseguiranno i contatti tra governo e opposizione “in preparazione a un dialogo nazionale, entro due settimane”.
Il segretario dell’Onu, Ban Ki-moon, da Tripoli, ha osservato che in Siria “la popolazione ha sofferto troppo per troppo tempo una situazione inaccettabile” e “l’uccisione di civili deve finire immediatamente”. Una portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Victoria Nuland, ha espresso l’appoggio degli Stati Uniti “a tutti gli sforzi internazionali mirati a convincere il regime a smettere di attaccare la sua stessa popolazione”, aggiungendo che Assad, del quale si continua a chiedere il ritiro, “sarà giudicato non da quello che dice, ma da quello che fa”.
“Il piano – scrive la SANA – mostra che il governo siriano sta compiendo passi concreti per portare avanti i suoi impegni”. Ma per Najib al-Ghadban, che fa parte del gruppo di opposizione del Syrian National Council, siamo davanti a “un tentativo di guadagnare tempo” fatto da “un regime famoso per fare promesse e non mantenerle”. E oggi il Syrian Observatory for Human Rights denuncia che tre persone sono state uccise stamattina a Homs, “dove si odono ancora raffiche di mitra”.
In quanto annunciato non c’è traccia delle richieste avanzate da Damasco, che l’opposizione rinunci alle armi, che gli Stati arabi smettano di cercare fondi e armi per “i ribelli” e che si ponga fine alla campagna mediatica contro la Siria.
Da parte sua, la Lega araba, in un comunicato plaude all’accordo raggiunto ieri sera al Cairo e uno degli artefici del “piano”, il Primo ministro del Qatar, Sheikh Hamad bin Jassim Al Thani, ha detto che proseguiranno i contatti tra governo e opposizione “in preparazione a un dialogo nazionale, entro due settimane”.
Il segretario dell’Onu, Ban Ki-moon, da Tripoli, ha osservato che in Siria “la popolazione ha sofferto troppo per troppo tempo una situazione inaccettabile” e “l’uccisione di civili deve finire immediatamente”. Una portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Victoria Nuland, ha espresso l’appoggio degli Stati Uniti “a tutti gli sforzi internazionali mirati a convincere il regime a smettere di attaccare la sua stessa popolazione”, aggiungendo che Assad, del quale si continua a chiedere il ritiro, “sarà giudicato non da quello che dice, ma da quello che fa”.
“Il piano – scrive la SANA – mostra che il governo siriano sta compiendo passi concreti per portare avanti i suoi impegni”. Ma per Najib al-Ghadban, che fa parte del gruppo di opposizione del Syrian National Council, siamo davanti a “un tentativo di guadagnare tempo” fatto da “un regime famoso per fare promesse e non mantenerle”. E oggi il Syrian Observatory for Human Rights denuncia che tre persone sono state uccise stamattina a Homs, “dove si odono ancora raffiche di mitra”.
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