Damasco, prime defezioni nel regime. Si dimette il procuratore capo di Hama
In un videomessaggio Adnan Bakkour lascia l’incarico, denunciando le violenze delle milizie fedeli al presidente Assad. Egli aggiunge di avere a disposizione le prove dei massacri e i nomi dei responsabili. L’agenzia ufficiale siriana aveva riferito del rapimento del funzionario, avvenuto il 29 agosto. Ieri è apparso il filmato, trasmesso da al-Jazeera.
Damasco (AsiaNews/Agenzie) – Il più alto funzionario di grado della città di Hama ha rassegnato le proprie dimissioni. Si tratta del primo leader del regime siriano a lasciare la carica, come gesto di protesta contro le violenze del regime di Bashar al-Assad. Negli ultimi giorni, in concomitanza con le celebrazioni per la fine del Ramadan, sarebbero state uccise almeno sette persone durante le manifestazioni anti-governative che si sono svolte in tutto il Paese.
In un videomessaggio trasmesso ieri dal canale satellitare al-Jazeera il procuratore generale della città di Hama, Adnan Bakkour – la più alta carica giudiziaria della città – ha presentato le proprie dimissioni, denunciando le atrocità del regime. Cinque i motivi, letti in un comunicato, che lo hanno spinto a lasciare l’incarico: l’omicidio di 72 prigionieri nel carcere centrale avvenuto il 31 luglio, tra cui attivisti politici e dimostranti pacifici; la sepoltura di 420 cadaveri in fosse comuni; gli arresti arbitrari; la tortura sistematica di prigionieri; la demolizione di case da parte dell’esercito.
Il funzionario ha inoltre aggiunto che dispone di documenti che comproverebbero le violenze compiute dal regime, facendo anche i nomi dei “criminali” che hanno massacrato gente inerme. Tra questi vi sarebbero il rappresentate locale del ministero degli Interni, i vertici della polizia, dei militari e dell’intelligence siriana. Il video è giunto in concomitanza con una serie di raid compiuti ieri dall’esercito siriano ad Hama. Le milizie fedeli al presidente Assad intendevano “stanare” casa per casa dimostranti e attivisti anti-regime.
Tuttavia, vi sono alcuni elementi che rendono poco chiara la denuncia di Adnan Bakkour (nella foto), a cominciare dal momento in cui è avvenuta la registrazione del filmato. Il 29 agosto scorso l’agenzia ufficiale Sana aveva riferito del sequestro del procuratore generale, avvenuto mentre Bakkour si recava al lavoro. Un commando armato avrebbe prelevato l’uomo, il suo autista e la guardia del corpo nei pressi del villaggio di Karnaza. Per tre giorni non si sono avute più notizie del funzionario, fino al messaggio di dimissioni diffuso ieri dalla tv araba.
Hama, città di 800mila abitanti nella Siria centrale, è uno dei bastioni della rivolta anti-regime e riveste un ruolo particolare nella storia recente del Paese. Nel 1982 l’allora presidente Hafez al-Assad, padre di Bashar, ha inviato l’esercito per sedare una rivolta dell’opposizione sunnita, guidata dai Fratelli musulmani. La repressione ha causato decine di migliaia di morti e raso al suolo la città.
In un videomessaggio trasmesso ieri dal canale satellitare al-Jazeera il procuratore generale della città di Hama, Adnan Bakkour – la più alta carica giudiziaria della città – ha presentato le proprie dimissioni, denunciando le atrocità del regime. Cinque i motivi, letti in un comunicato, che lo hanno spinto a lasciare l’incarico: l’omicidio di 72 prigionieri nel carcere centrale avvenuto il 31 luglio, tra cui attivisti politici e dimostranti pacifici; la sepoltura di 420 cadaveri in fosse comuni; gli arresti arbitrari; la tortura sistematica di prigionieri; la demolizione di case da parte dell’esercito.
Il funzionario ha inoltre aggiunto che dispone di documenti che comproverebbero le violenze compiute dal regime, facendo anche i nomi dei “criminali” che hanno massacrato gente inerme. Tra questi vi sarebbero il rappresentate locale del ministero degli Interni, i vertici della polizia, dei militari e dell’intelligence siriana. Il video è giunto in concomitanza con una serie di raid compiuti ieri dall’esercito siriano ad Hama. Le milizie fedeli al presidente Assad intendevano “stanare” casa per casa dimostranti e attivisti anti-regime.
Tuttavia, vi sono alcuni elementi che rendono poco chiara la denuncia di Adnan Bakkour (nella foto), a cominciare dal momento in cui è avvenuta la registrazione del filmato. Il 29 agosto scorso l’agenzia ufficiale Sana aveva riferito del sequestro del procuratore generale, avvenuto mentre Bakkour si recava al lavoro. Un commando armato avrebbe prelevato l’uomo, il suo autista e la guardia del corpo nei pressi del villaggio di Karnaza. Per tre giorni non si sono avute più notizie del funzionario, fino al messaggio di dimissioni diffuso ieri dalla tv araba.
Hama, città di 800mila abitanti nella Siria centrale, è uno dei bastioni della rivolta anti-regime e riveste un ruolo particolare nella storia recente del Paese. Nel 1982 l’allora presidente Hafez al-Assad, padre di Bashar, ha inviato l’esercito per sedare una rivolta dell’opposizione sunnita, guidata dai Fratelli musulmani. La repressione ha causato decine di migliaia di morti e raso al suolo la città.
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