Dalla Conferenza islamica grandi dichiarazioni per la pace e contro l’islamofobia
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Sovranità del Libano e pace in Palestina, autodeterminazione del Kashmir e nucleare iraniano, conflitto in Sudan e occupazione dell’Iraq, soluzione dei conflitti attraverso il dialogo e condanna dell’islamofobia. Grandi dichiarazioni di principio segnano il documento finale della 34ma conferenza dei ministri degli esteri dell’Organizzazione della conferenza islamica, che si è chiusa ieri sera ad Islamabad.
L’incontro, però, non ha raggiunto quello che alla vigilia sembrava il suo obiettivo principale: l’accettazione di una nuova carta fondamentale dell’Organizzazione. Alcuni Stati, infatti, hanno chiesto più tempo per esaminare le implicazioni del documento.
Per il resto, la dichiarazione esamina i maggiori problemi aperti nel mondo islamico, a partire dall’impegno per “la promozione di una pace globale e di sicurezza, che possono essere raggiunte attraverso giuste e pacifiche soluzioni delle controversie internazionali e ponendo fine alle situazioni di occupazione straniera”.
Per il Medio Oriente, la conferenza ha salutato la ripresa dell’iniziativa saudita per la pace con Israele, ha sottolineato il rispetto dovuto a “sovranità, integrità territoriale e indipendenza” del Libano, esprimendo “pieno appoggio al governo ed al popolo libanese” ed auspicato una diminuzione delle tensioni e la soluzione attraverso il dialogo delle controversie riguardanti il programma nucleare iraniano. “Ci opponiamo – vi si legge – all’uso della forza, che destabilizzerebbe ancora la regione. Riconosciamo il diritto dell’Iran ad un uso pacifico dell’energia nucleare e la sua disponibilità a trovare una soluzione pacifica a tale questione”.
Non è stata accolta, invece, l’idea del presidente pakistano Pervez Musharraf di una forza di pace musulmana in Iraq. “Abbiamo riserve su tale questione – ha detto il ministro degli Esteri iracheno, Hoshyar Zebari – non possiamo accogliere altre truppe straniere”.
Quanto al resto del mondo islamico, il documento afferma “l’inalienabile diritto all’autodeterminazione” del popolo di Jammu e Kashmir, pur esprimendo sostegno ai progressi dei colloqui intrapresi da India e Pakistan su tale questione e chiede alla comunità internazionale di “sostenere gli sforzi” per la riconciliazione nazionale in Sudan.
La dichiarazione, infine, condanna l’islamofobia, chiedendo alla comunità internazionale di “prevenire l’incitamento all’odio e la discriminazione contro i musulmani” ed a “prendere concrete misure per combattere la diffamazione delle religioni e l’uso di stereotipi negativi per le persone, basandoli su religione, convinzioni e razza”.
13/07/2017 10:49
24/02/2020 08:58