Dalla COP29 l'allarme sullo scioglimento dell'Hindu Kush
Negli ultimi dieci anni, il ghiaccio della regione himalayana si è ridotto del 65% rispetto al decennio precedente. L’Asia meridionale potrebbe perdere fino al 75% del volume dei suoi ghiacciai entro la fine del secolo. L'appello sulla finanza climatica per mitigare gli effetti e la soluzione di compromesso adottata a Baku, ritenuta insufficiente dai Paesi in via di sviluppo.
Milano (AsiaNews/Agenzie) - Triplicare entro il 2035 il fondo per la protezione dei Paesi in via di sviluppo contro i disastri climatici, con l’obiettivo di arrivare a 300 miliardi di dollari all’anno. Un compromesso comunque lontano rispetto ai bisogni, stimati in 1.300 miliardi di dollari all’anno. È il discusso risultato della Conferenza dell’Onu sul cambiamento climatico, la COP29, tenutasi a Baku, in Azerbaigian, e che aveva proprio la questione della finanza climatica tra i temi al centro dell’attenzione.
Quanto il cambiamento climatico sia una questione già oggi cruciale per molte aree del mondo lo testimonia l’appello lanciato a Baku dal Pakistan sulla regione himalayana dell’Hindu Kush. Il primo ministro Shehbaz Sharif ha ricordato come il Paese, nonostante il suo contributo minimo alle emissioni globali, sia tra i più colpiti dai fenomeni climatici estremi. Le inondazioni monsoniche del 2022, che hanno causato 1.700 vittime, sfollato milioni di persone, distrutto raccolti e abitazioni e provocato perdite economiche stimate in 30 miliardi di dollari, ne sono un chiaro esempio.
Lo scioglimento accelerato dell’Hindu Kush Himalaya, evidenziato nel rapporto sulla criosfera del 2024 presentato durante il summit, rappresenta una delle maggiori minacce. Questa vasta distesa glaciale, la più grande al mondo dopo l’Artide e l’Antartide, è fonte di approvvigionamento idrico per i principali fiumi asiatici, sostenendo oltre 1,6 miliardi di persone. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, il ghiaccio dell’Hindu Kush si è ridotto del 65% rispetto al decennio precedente, e secondo l’International Centre for Integrated Mountain Development (ICIMOD), l’Asia meridionale potrebbe perdere fino al 75% del volume dei suoi ghiacciai entro la fine del secolo. Questo scenario avrebbe un impatto drammatico su risorse idriche, produzione di energia idroelettrica e migrazioni climatiche, soprattutto nelle regioni a valle.
Il Pakistan sta cercando di affrontare la crisi climatica con piani ambiziosi come il Green Pakistan Project, un’iniziativa che mira a produrre il 60% dell’energia da fonti rinnovabili e a convertire il 30% dei veicoli in elettrici entro il 2030. Tuttavia, come ha dichiarato Sharif, il Paese non può farcela da solo.
Durante il suo intervento, il primo ministro ha ribadito che un sostegno internazionale è cruciale per proteggere milioni di persone, salvaguardare le risorse naturali e garantire un futuro sostenibile. La comunità globale deve agire con urgenza per limitare le emissioni e contrastare i danni causati dal riscaldamento globale, che continuano a colpire in modo sproporzionato paesi come il Pakistan, messi a dura prova da ondate di caldo estremo, piogge anomale e frequenti inondazioni.
In occasione della COP29, i leader dei principali paesi della regione dell’Hindu Kush, tra cui Nepal, Bangladesh, Bhutan, India, e Pakistan, hanno sottolineato la necessità di una maggiore cooperazione tra gli stati interessati. Kama Tshering, il segretario per il Ministero dell’Energia e delle Risorse Naturali del Bhutan, ha proposto tre principali piani d’azione: il monitoraggio dei rischi legati alla criosfera, l’implementazione di sistemi di allarme tempestivi, e l’investimento in infrastrutture resistenti e durature. Il Primo Ministro del Bhutan ha inoltre elogiato il lavoro dell’ICIMOD, che offre agli Stati della regione una piattaforma per far valere la propria voce a livello globale. “Insieme possiamo creare un futuro sostenibile e resiliente per la regione dell’Hindu Kush Himalaya,” ha dichiarato Romina Khursheed Alam, coordinatrice per il ministero del Cambiamento climatico e coordinamento ambientale del Pakistan.
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