Dall’Onu un no all’uso della religione per uccidere innocenti
Al di là delle affermazioni di principio per il dialogo e la tolleranza, alla conferenza interreligiosa si evidenziano le differenti impostazioni tra Paesi occidenteli e Stati islamici sui diritti umani ed in particolare sulla libertà religiosa.
New York (AsiaNews/Agenzie) – Le affermazioni sul “rifiuto del’uso della religione per giustificare uccisioni di innocenti e atti di terrorismo” e sulla “importanza della promozione del dialogo, della comprensione e della tolleranza” sono i fattori di maggior rilievo emersi a conclusione dell’incontro sul dialogo interreligioso che per due giorni ha visto riuniti in ambito Onu una ottantina di rappresentanti di vari Paesi, tra i quali una ventina di capi di Stato.
A dare peso alle conclusioni, esse sono state presentate alla stampa dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. L’iniziativa del re saudita Adullah, che ha promosso la conferenza, “è caduta – egli ha sostenuto – in un moment nel quale non è mai stata più grande la necessità di un dialogo tra religioni, culture e civiltà”.
Al di là di tali affermazioni e della unanimità raggiunta sulla dichiarazione finale sull’importanza del dialogo, l’incontro ha evidenziato la differenza di fondo tra la preminenza che per l’Occidente ha il pieno rispetto dei diritti umani e la concezione degli stessi che hanno i Paesi islamici. Così ieri sera il presidente Bush ha affermato “il diritto di ognuno di praticare la fede che vuole e di cambiarla”, con toni analoghi a quelli usati il giorno precedente, a nome dell’Unione europea dal francese Alain Juppé. E Sarah Leah Whitson, direttore per il Medio Oriente di Human Rights Watch ha apertamente criticato “la sempre più profonda intolleranza” che regna in Arabia Saudita.
L’attenzione dei Paesi islamici è stata invece puntata soprattutto sulla cosiddetta islamofobia che, a loro dire, è presente in Occidente. In proposito, il presidente pakistano Asif Zardar ha parlato di partito preso e di “paure immaginearie” e l’ambasciatore iraniano Mohammad Khazaee – oltre al consueto attacco contro Israele - di “stereotipi sistematici e negativi contro l’islam”.
Significativa la “difesa” del ministro degli interni saudita, Saoud al-Faysal, che ieri sera ha detto che i critici del suo Paese dicono: “O vi trasformate in qualcosa che non siete o niente è possibile”.
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