12/04/2013, 00.00
INDONESIA
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Dal web alle aree remote, cresce la rete di solidarietà dei cattolici indonesiani

di Mathias Hariyadi
Social network e mailing list sono strumenti sempre più efficaci per intervenire nei casi di difficoltà. Non solo le emergenze naturali, ma anche per piccole testimonianze di aiuto. Il caso di Semarang, dove un appello in internet ha permesso di salvare la vista di un fedele. Pasqua a Sumba per un gruppo di Jakarta, che esce incolume da un incidente d’auto.

Jakarta (AsiaNews) - Per i cattolici indonesiani internet e i social network si rivelano mezzi sempre più efficaci per affrontare i problemi, tanto nelle emergenze e nei disastri naturali quanto nei piccoli e grandi drammi della vita quotidiana. Attraverso mailing list, appelli in rete e Facebook, la solidarietà della comunità cattolica arriva in soccorso di quanti sono in difficoltà come accaduto in questi giorni nell'arcidiocesi di Semarang. Tuttavia, le nuove frontiere della missione non si fermano in rete, ma trovano applicazione concreta in progetti e iniziative che portano piccoli gruppi nelle aree più remote e sperdute dell'arcipelago.

Di recente l'attivista cattolico Lilik Krismantoro, dell'arcidiocesi di Semarang nello Java centrale, ha pubblicato un breve articolo - diffuso poi attraverso una mailing list - in cui ha raccontato il dramma di un uomo. Il signor Suroso, un giardiniere non permanente nella casa di riposo cattolica di Wisma Salam, nella reggenza di Magelang, necessitava di un intervento oculistico. Egli però non aveva il denaro sufficiente per sostenere l'operazione né l'assicurazione sanitaria, rischiando così la cecità.

L'appello in rete lanciato dall'operatore umanitario cattolico ha permesso di contattare uno specialista, in un centro oftalmico dedicato a Yogyakarta. L'operazione ha avuto un esito positivo e, per le modalità in cui è stata organizzata, ha attirato persino l'attenzione dell'arcivescovo locale mons. Johannes Pujasumarta, che ha verificato "di persona" la situazione e ha pregato a lungo per il felice esito dell'intervento, realizzato dal dottor Nuraini Agni Iin. Per i cattolici si è trattato di una doppia soddisfazione, per il sostegno finanziario a copertura dell'intervento e per il gesto "compassionevole" a favore di un membro bisognoso della comunità.

La missione dei cattolici indonesiani non si limita alla rete, ma arriva anche nelle aree più remote del Paese. Fra le tante iniziative, vi è quella promossa in occasione della Settimana Santa da un gruppo di 19 fedeli di Jakarta, che hanno voluto trascorrere in tempo pasquale nella diocesi di Weetebula, nell'isola di Sumba, provincia di West Nusa Tenggara. Parte del movimento cattolico Kbkk, i fedeli hanno promosso iniziative di carità e assistenza alla popolazione in un'area difficile da un punto di vista climatico e caratterizzata da lunghi periodi di siccità.

Nel contesto del viaggio, i partecipanti possono anche raccontare una disavventura che poteva avere risvolti drammatici: durante uno spostamento il pullmino a bordo del quale viaggiavano ha avuto un incidente. Un salto in un fossato alto cinque metri, con il mezzo che si ribalta e compie un giro completo su se stesso, per poi atterrare sulle quattro ruote senza causare feriti. "Siamo rimasti senza fiato - racconta l'attivista cattolica Irene Setiadi - ringraziamo Dio per il miracolo compiuto". 

 

 

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