14/01/2011, 00.00
VIETNAM
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Dal giubileo una Chiesa che vuole “coinvolgersi” di più nella vita del Vietnam

di J. B. Vu
Alle cerimonie conclusive nel santuario di La Vang oltre 500mila fedeli. Nel corso della storia, i cattolici hanno dato un notevole contributo, portando nella cultura del Paese valori come il rispetto per la vita e per la dignità umana. Ora vogliono continuare a collaborare nel dialogo e nel rispetto reciproco.
Hue (AsiaNews) - La Chiesa cattolica vietnamita che ha portato nella cultura del Paese valori come il rispetto per la vita e per la dignità umana, eguaglianza, carità, spirito di servizio e di sacrificio, ora, al termine del suo giubileo, vuole essere coinvolta nella costruzione del Paese in tutti i suoi aspetti: culturale, sociale, economico, nella pratica dell’amore filiale per esprimere gratitudine ai genitori e agli eroi del popolo.
 
E’ quanto si può affermare a conclusione del giubileo col quale si sono celebrati il 50mo anniversario della creazione della gerarchia cattolica e il 350mo dell’istituzione dei primi due vicariati apostolici. L’anno si è aperto nella parrocchia di So Kien, nell’arcidiocesi di Hanoi, il 24 novembre 2009. E’ seguita l’Assemblea del popolo di Dio, al Centro pastorale dell’arcidiocesi di Saigon, dal 21 al 25 novembre 2010 3 si è concluso al santuario nazionale mariano di La Vang (nella foto) dal 4 al 6 gennaio di quest’anno.
 
I tre giorni conclusivi, malgrado le piogge torrenziali e il freddo, hanno visto la partecipazione di più di 500mila persone, 35 vescovi vietnamiti e sette di altri Paesi, 1200 sacerdoti e un gran numero di catechisti e volontari.
 
Nel messaggio conclusivo, presentato a nome della Conferenza episcopale dall’arcivescovo Nguyen Van Nhon, si dice che “l’organizzazione del giubileo è un’opportunità per la Chiesa di riguardare e apprendere la lezione della storia: la presenza della Chiesa, la religione della Buona Novella, la religione dell’Amore e del servizio. Lo scopo del cattolicesimo è portare il messaggio della Buona Novella al popolo e alla nazione, l’amore e la salvezza di Dio. La storia ha mostrato che la carità del cattolicesimo incontra la grande umanità del buddismo. E’ ill sentimento profondo della religione, la filosofia sociale pratica del confucianesimo e l’innata vita onesta del popolo vietnamita, sempre rispettoso di “Troi – Phat”, Dio e il buddismo.
 
Il punto di vista dell’asemblea dei vescovi è che per divenire davvero la Chiesa di questo Paese, esso deve integrarsi sempre più nella storia e nella cultura del popolo. In più di 400 anni di presenza, essa ha già contribuito grandemente alla vita e allo sviluppo del Vietnam. E’ stato un cattolico che per primo ha trasritto in alfabeto latino la lingua vietnamita, usato normalmente oggi. Molte persone di talento e studiosi hanno frequentato e si sono diplomati nelle istituzioni cattoliche. E sono i cattolici che hanno portato importanti valori nella società e che ora vogliono essere coinvolti nel suo sviluppo.
 
La storia del cattolicesimo in Vietnam mostra che i valori religiosi hanno contribuito alla cultura del Paese. Accanto ai contributi di altre religioni, il cattolicesimo ha portato buoni frutti alla cultura nazionale, come lingua, poemi, inni, educazione e architettura. In particolare i cattolici hanno partecipato e si sono impegnati a fondo per costruire una società giusta ed equa.
 
Oggi i cattolici sono amano la loro patria e la loro gente. Non è solo un sentimento naturale, è una richiesta del Vangelo. “Quando si impegna nella costruzione della società, la Chiesa non vuole prendere il posto del governo, ma solo vuole partecipare alla vita del Paese, per servire tutti, attraverso il sialogo, il rispetto reciproco e la collaborazione”, secondo quanto ha detto Benedetto XVI a tutti noi. “La vita dei cattolici è fondata su carità, onestà, rispetto per il bene comune”.
 
Il Papa ha anche nominato, il 28 dicembre 2010, il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, suo inviato per il giubileo. Nel corso della cerimonia di chiusura dell’anno santo, il cardinale ha anche benedetto una nuova statua di Nostra Signora di La Vang e la prima pietra del nuovo santuario, la costruzione del quale è stata autorizzata dal governo. Che è stato rappresentato, nel secondo giorno delle celebrazioni conclusive, da Nguyen Thien Nhan, uno dei cinque vice-primo ministro. Egli ha sottolineato il significato della positiva organizzazione del giubileo al santuario. La stampa governativa, in proposito, ha parlato dell’anno santo come della “maggiore attività della Chiesa cattolica del Vietnam, con la partecipazione di rappresentanze della Chiese di Francia, Stati Uniti, Malaysia, Italia, Repubblica di Corea e Canada”.
 
In particollare durante quest’anno, i vescovi vietnamiti hanno chiesto a tutti i fedeli di cooperare e lavorare insieme in spirito di unità e carità. Tuttavia, la Chiesa vietnamita deve creare le condizioni per la partecipazione dei fedeli alla sua missione. Le famiglie cattoliche sono chiamate a sostenere e rendere solida la vicazione del matrimonio cristiano, a costruire vere Chiese domestiche, culla della vita, caasa dell’amore e prima scuola di formazione.
 
In proposito, numerosi fedeli laici, nel corso del giubileo hanno detto ad AsiaNews che i responsabili della Conferenza episcopale, hanno voluto organizzare celebrazioni “hoanh trang”, monumentali, ma non hanno dato vita ad attività pastorali nelle parrocchie e ai fedeli è mancata attività di base.
 
La fine del giubileo è un momento di speranza per l’amore e la santità di tutti i cattolici vietnamiti. Come ci ha detto Benedetto XVI, “il lavoro per la Buona Novella è stato annunciato e cominciato dai missionari tra molte difficoltà. Tuttavia la missione ha portato grnadi risultati per la nostra Chiesa. I primi frutti e I fiori sono I santi martiri, in particlare san Dung Lac. Mentre siamo lieti di ricordare coloro che ci hanno portato la fede, vogliamo rinnovare e accrescere il numero di quanti operano con entusiasmo per la promozione dell’azione missionaria. Con a fianco Nostra Signora di La Vang, vogliamo annunciare la Buona Novella a tutti”.
 
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