28/10/2019, 10.43
VATICANO
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Dal Sinodo, un fiume di Vita per l’Amazzonia

di Martìn Lasarte

Nel documento finale vi sono buone sottolineature sulla conversione a Cristo, un impegno verso i giovani dell’Amazzonia, la Chiesa come compagna della cultura india, capace di inculturare il Vangelo. Le Chiese locali di tutta l'America devono contribuire con personale e mezzi finanziari nella "missione amazzonica".  I temi delicati dei preti sposati e del diaconato femminile lasciati al papa o, ancora meglio, a un sinodo universale.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Presentiamo qui un commento di p. Martin Lasarte sul documento finale del Sinodo sull’Amazzonia. Il documento finale (solo in lingua spagnola) si trova qui.

Siamo appena usciti dalla conclusione del Sinodo. Come diceva un padre sinodale, dopo le cascate e le rapide andine, si arriva ai tranquilli e sereni fiumi amazzonici che si dirigono verso al mare.

Si ha questa sensazione leggendo il bellissimo documento finale. Dopo un ricco e animato scambio di punti di vista, condivisioni di esperienze a volte molto diverse, si è arrivati ad un sereno fiume amazzonico, dove sono presenti la ricchezza dei suoi contenuti e l'equilibrio, senza togliere nulla alla forza e alla vitalità trasformatrice della natura, della società, della vita degli uomini e delle donne.

Il documento è un fiume ricco, potente e profondo, che raccoglie molte correnti provenienti dai diversi Paesi e dalle esperienze delle Chiese amazzoniche. Esso offre le sue acque perché tutti abbiano vita e Vita in abbondanza. Certamente ha ancora bisogno di aggiustamenti, ma il più è già stato realizzato.

Uno dei nomi che si possono dare a questo fiume è "conversione". La conversione a Cristo e al suo Vangelo, che si traduce in una conversione pastorale, culturale, ecologica e sinodale.

La grande maggioranza dei problemi ecologici e pastorali sollevati nel Sinodo sono presenti nel documento finale con una sintesi felice e serena. Bisogna congratularsi con la commissione di redazione, che ha raccolto le 831 modalità dei circoli minori e, con un lavoro titanico, ha saputo integrare e armonizzarli in modo coerente… essendo ovviamente consapevole della presenza e dell'azione dello Spirito Santo nella quotidianità della loro Chiesa.

Vorrei sottolineare alcuni elementi della ricchezza del testo. 

Voglio ringraziare in particolare per lo spazio significativo dedicato all'Amazzonia con un volto giovane: la preoccupazione per i giovani indigeni, fluviali, afro-discendenti, migranti, coloni, rurali ed urbani, ai quali il documento dedica particolare attenzione. Si è attenti alla loro vulnerabilità, ai loro sogni e difficoltà. Alla luce del Sinodo precedente, sorgono diversi appelli: la necessità di accompagnarli ed educarli; aiutare il loro progetto di vita con uno discernimento e accompagnamento vocazionale; proporre spazi creativi per formare leader con una pastorale incentrata su Gesù Cristo e sul suo progetto, che sia dialogica ed integrale. I giovani sono un enorme potenziale per il loro impegno nella Chiesa, nella società e per la loro sensibilità per la cura della Casa comune, potendo essere "profeti di speranza".

Una delle caratteristiche del Sinodo è l'opzione preferenziale per le popolazioni indigene. Il capitolo III è molto ricco di attenzione al tema delle "culture": le ricchezze culturali, l'interculturalità, il dialogo, il valore dell'alterità, l'inculturazione del Vangelo. La Chiesa è presente come una sorella alleata dei popoli indigeni nella difesa della loro dignità, della loro vita e diritti. L'annuncio inculturato del Vangelo, la teologia indiana o dal volto amazzonico, la pietà popolare sono le vie per interiorizzare e appropriarsi di Gesù Cristo e dei suoi atteggiamenti. Si sottolinea l'importanza dell'istruzione, che dovrebbe essere interculturale, bilingue e veramente di qualità, poiché si tratta di un diritto fondamentale.

Il capitolo IV presenta le proposte ben ponderate a favore dell'ecologia integrale. Professionisti ed esperti in materia erano presenti nell'elaborazione di questi paragrafi. È la tematica che ci immerge ancora una volta nella “Laudato Si’”, che ci sfida a vivere la nostra fede nella dimensione della cura del Creato, non come un’appendice, ma come aspetto costitutivo dell'etica cristiana che ci porta ad estendere la carità verso le generazioni a venire. Questo si traduce in una proposta di vita meno consumistica e felicemente più austera.

Il V capitolo sulla conversione sinodale è quello che è stato costruito con più pazienza, artigianalmente, nella ricerca di consensi. Il concetto di sinodalità è approfondito alla luce della Scrittura e della Tradizione della Chiesa.

Tutta la parte finale è frutto della sinodalità. Appare l'aspetto fondamentale della ministerialità ecclesiale, a cui tutti sono chiamati in virtù del battesimo. Una ministerialità creativa, capace di dare nuove risposte missionarie.

Rimane aperto al dialogo e allo studio del diaconato permanente femminile, e si richiede che l'autorità competente stabilisca criteri e disposizioni per ordinare come sacerdoti uomini idonei e riconosciuti dalla comunità, potendo loro avere una famiglia legittimamente costituita e stabile, per occuparsi delle aree amazzoniche più remote.

La formulazione del testo è equilibrata e alla fine, apre alla possibilità di trattare l'argomento a livello universale (io sono particolarmente favorevole a questa proposta). Di fatto, questi due punti erano i meno consensuali. In ogni caso, questi temi rimangono nelle mani del Santo Padre, affinché, come Pastore universale, ci guidi nei percorsi da seguire.

Un grande tema proposto in questo capitolo è come coinvolgere le Chiese locali di tutta l'America nella "missione amazzonica", per contribuire sia con personale che con mezzi finanziari. Si apre anche una riflessione sui riti per i popoli aborigeni, essendo necessarie buone traduzioni dei testi per celebrare l'unico mistero di Cristo con gesti e simboli che, senza perdere l'essenziale, lo rendono più vicino alla vita dei popoli. Ma bisogna essere consapevoli che l'Amazzonia è un gruppo di diverse famiglie di popoli con tradizioni culturali diverse, quindi dobbiamo stare attenti a non omologare tale ricchezza e diversità culturale.

Ringraziamo Dio per il dono di questo Sinodo amazzonico. Che da questo evento, da questa fonte, possano nascere processi di vita in Amazzonia e di Vita (zoe), con la lettera maiuscola, vivificando con la sua grazia, con la sua Parola, con la sua presenza salvifica e liberatrice, i 34 milioni di abitanti, popoli e comunità di questa terra benedetta, dono di Dio per tutta l'umanità.

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