Dagestan, esplode un’auto: due morti. A Mosca i funerali delle vittime della Metro
Il veicolo trasportava un ordigno che si è attivato spontaneamente. Ferita in modo grave una terza persona. Nella capitale si celebrano i funerali delle vittime dell’attentato alla Metro del 29 marzo. L’attacco rivendicato dal leader della guerriglia cecena, che annuncia nuove stragi.
Mosca (AsiaNews/Agenzie) – È di due morti il bilancio dell’esplosione avvenuta nella notte a Khasavurtsky, regione nell’ovest del Dagestan, repubblica della Federazione Russa situata nel Caucaso settentrionale. Dalle prime ricostruzioni pare che l’auto fosse imbottita di esplosivo e per cause non ancora accertate è saltata in aria, uccidendo i due occupanti. Un terza è rimasta ferita in modo grave. L’incidente è avvenuto all’indomani dell’attentato che ha ucciso 12 persone Kizlyar, sempre nel Dagestan, mentre a Mosca si prepara a celebrare i funerali delle vittime dell’attentato alla metro del 29 marzo scorso.
Fonti investigative, citate dall’agenzia russa Interfax, riferiscono che l’esplosione dell’auto è avvenuta nella notte, nei pressi di un villaggio nel Dagestan occidentale. “Dalle prime ricostruzioni – afferma un ufficiale di polizia – un ordigno esplosivo, trasportato nell’auto, si è attivato spontaneamente”.
Ieri a Kizlyar un doppio attentato suicida aveva causato la morte di 12 persone, molte dei quali erano poliziotti. Negli ultimi due anni sono cresciute le violenze in Dagestan, in seguito a una dura repressione contro le milizie fondamentaliste islamiche nella vicina Cecenia. Nel giugno 2009 il Ministro degli interni della regione è stato ucciso a colpi di arma da fuoco.
Oggi a Mosca, intanto, si celebrano i funerali delle vittime dell’attentato alla metro del 29 marzo scorso. L’attacco che ha causato la morte di 39 persone è stato rivendicato da Doku Umarov, leader dei ribelli ceceni. In un video-messaggio postato sul sito web dei separatisti, il leader della guerriglia afferma di aver ordinato “di persona” l’operazione.
Umarov sottolinea di aver vendicato l’uccisione di “poveri ceceni” uccisi dalle forze di sicurezza russe nel febbraio scorso. Gli inquirenti ritengono che le due donne kamikaze siano legate alle milizie del Nord del Caucaso. Gli attacchi sul territorio russo, ha aggiunto il leader ceceno, continueranno: “La guerra toccherà le vostre strade… e lo proverete sulla vostra stessa pelle”.
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