Da Tiananmen alla marcia del 1° luglio: cresce l'interesse dei giovani
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – “La giovane generazione ha partecipato numerosa [alla veglia di commemorazione del massacro del 4 giugno 1989], spinta da un senso di responsabilità verso se stessi e la società”. Audrey Eu Yuet-mee, parlamentare a Hong Kong per il Partito civico, in un’intervista alla radio sottolinea come il ricordo del massacro di Piazza Tiananmen sia vivo nelle nuove generazioni, che pure non hanno vissuto quelle drammatiche settimane. Ora l’appuntamento è per la tradizionale marcia del 1° luglio, alla quale si aspettano oltre 100mila partecipanti.
Nella Cina è proibito anche solo parlare del 4 giugno 1989, solo a Hong Kong ogni anno viene commemorato il sacrificio di migliaia di giovani studenti e operai uccisi dall’esercito perché chiedevano meno corruzione e più democrazia. Quest’anno gli organizzatori parlano di 150mila partecipanti, anche se la polizia dice che erano “solo” 62.800.
Eu ricorda a Donald Tsang Yam-kuen, Capo esecutivo di Hong Kong, che “il patriottismo non è soltanto sventolare la bandiera nazionale o perseguire la crescita economica, ma sono ancora più importanti riconoscere la propria eredità e il rispetto per la verità”.
Prima dell’anniversario Tsang aveva detto che occorreva non pensare troppo ai fatti passati ma “operare una valutazione obiettiva dello sviluppo della Nazione”. Pechino ha varie volte ripetuto che occorreva stroncare la protesta di piazza Tiananmen per mantenere la stabilità sociale e proseguire la riforma del mercato che ha reso la Cina una della maggiori potenze economiche mondiali. Per queste affermazioni Tsang è stato molto contestato e ha dovuto correggersi ammetendo di non aver espresso l’opinione della collettività, ma solo la sua convinzione personale.
Eu ripete che “la giovane generazione è stata infuriata e motivata nel denunciare simile ipocrisia”.
L'attenzione alla politica forse potrà portare fino a 100 mila persone alla marcia del 1° luglio, il giorno in cui Hong Kong commemora il ritorno alla madrepatria. La marcia è divenuta una tradizione dal 2003, quando 500 mila persone si sono riversate nelle strade in un corteo domandando il blocco di una legge per la sicurezza che avrebbe leso ai diritti civili della popolazione. In altre occasioni si è ricordata la questione irrisolta del suffragio universale diretto previsto dalla minicostituzione di Hong Kong per eleggere il parlamento e il governatore. Quest’anno si vuole protestare per gli insufficienti aiuti pubblici per la crisi economica e contro le criticate posizioni di Tsang.
07/08/2020 09:01