09/09/2017, 09.01
INDONESIA
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Da Pontianak al Guangdong. Due fratelli alla scoperta delle loro radici cinesi

di Mathias Hariyadi

Anna e Petrus coronano il loro sogno di incontrare i loro parenti. Da Shantou milioni di cinesi partirono per il sud-est asiatico nei primi anni del ‘900. I cinesi sono uno dei gruppi etnici più importanti, ma discriminati della società indonesiana. Sotto il regime di Suharto, prodotti e tradizioni cinesi furono messi al bando.

Jakarta (AsiaNews) – Dopo 20 anni dedicati alla progettazione del viaggio, Anna e suo fratello maggiore Petrus sono sopraffatti dalla gioia nel conoscere di persona alcuni lontani cugini di Jieyang, sobborgo industriale di Shantou, nella provincia cinese del Guangdong.

L’emozione di questi due cittadini indonesiani di Pontianak (West Kalimantan) si fa ancora più grande quando giungono a Huliai (100km da Jieyang), dove incontrano un’anziana donna, figlia del loro antenato che nei primi anni del ‘900 partì alla volta di Pontianak per trovare fortuna.

I due fratelli sono due comuni indonesiani di etnia cinese. Anna è una casalinga e vive a Johor Bahru (Malaysia) insieme alle sue due figlie e al marito, un cinese malaysiano. Petrus vive a Pontianak, dove ha aperto un piccolo negozio. Entrambi vivono una vita semplice, e per coronare il sogno di conoscere le loro radici cinesi hanno chiesto l’aiuto economico di alcuni amici di Jakarta.

AsiaNews li ha accompagnati nel loro viaggio, cominciato la scorsa settimana dall’aeroporto di Kuala Lumpur, dove Petrus ha raggiunto Anna con un volo dall’Indonesia. Circa 20 anni fa, un amico comune di Pontianak si era recato a Jieyang con lo stesso scopo: riunirsi con i familiari nella terra d’origine. In quell’occasione, l’amico aveva riferito ai parenti cinesi che nella sua città vivevano altri sino-indonesiani originari di Shantou.

I racconti e le fotografie dell’amico avevano suscitato in Anna e Petrus il desiderio vivere la stessa esperienza e compiere il loro viaggio. Nonostante le difficoltà economiche e di comunicazione con la Cina, i due fratelli sono riusciti a raggiungere il Guangdong. A Shantou, Anna e Petrus hanno trascorso i cinque giorni della loro “riunione di famiglia”, durante la quale hanno potuto visitare alcuni luoghi storici, dove i loro avi vivevano prima di trasferirsi in Indonesia.

Shantou è la città da cui milioni di cinesi partirono per il sud-est asiatico fin dai primi anni del ‘900. Cariche di migranti, da qui salpavano navi dirette a Singapore e altri Paesi della regione, tra cui l’Indonesia. L’emigrazione è divenuta fuga dopo la presa di potere di Mao. “Su una di queste barche – racconta Anna – vi erano i nostri nonni, che decisero di lasciare la loro terra per ragioni economiche e politiche, dal momento che era in corso la rivoluzione culturale.  Non avevano nemmeno l’idea di dove sarebbero sbarcati, al termine dei 40 giorni di viaggio nel mar Cinese meridionale e alcuni dei loro compagni sono morti durante la traversata. A Pontianak sono riusciti però a ricostruirsi una vita”.

I cinesi sono uno dei gruppi etnici più importanti che compongono la multiculturale società indonesiana. Tuttavia, sono rari i ricongiungimenti familiari con la Cina. Ciò è dovuto ad una serie di motivi, tra cui l’elevato costo di un simile viaggio. Oltre alle risorse economiche, spesso mancano anche gli stessi legami e rapporti familiari, perduti durante gli anni del regime autoritario del presidente Suharto, quando tutti i prodotti e le tradizioni cinesi erano al bando in Indonesia. Anche oggi, gli indonesiani di etnia cinese sono di frequente vittime di pregiudizi ed episodi di intolleranza sia per il loro status economico di successo, sia in quanto minoranza religiosa (molti sono cristiani) nel Paese islamico più popoloso al mondo. 

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