Da Mumbai a Gerusalemme l'avvio del percorso sinodale in Asia
Le iniziative nelle diocesi per dare il via al cammino indetto dal papa. Il cardinale Gracias: "Ascoltiamo anche chi ha lasciato la Chiesa". I vescovi filippini scrivono ai fedeli e programmano un'Assemblea nazionale per marzo. il patriarca Pizzaballa: "Più che fare discorsi teorici muoviamoci dalla sala parrocchiale per incontrare una realtà che non conosciamo".
Milano (AsiaNews) - Le Chiese dell'Asia - in comunione con le comunità cattoliche di tutto il mondo - hanno vissuto domenica 17 ottobre le celebrazioni di apertura del percorso sinodale di due anni indetto da papa Francesco sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”. Una fase di ascolto di tutto il popolo di Dio che vedrà inizialmente le singole diocesi come protagoniste.
A Mumbai è stato il cardinale Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale dell'India (Cbci) a presiedere una Messa solenne nella cattedrale del Santo Nome di Gesù. Al rito - a causa delle restrizioni imposte da Covid-19 - era presente solo 122 in rappresentanza dei diversi gruppi di fedeli, mentre altre migliaia di persone hanno seguito la celebrazione in streaming. Molto significativa della volontà di porsi in ascolto di tutti è stata la liturgia della parola affidata a due donne di provenienza diversa: una migrante dal Jharkhand ha proclamato la prima lettura in hindi (la lingua nazionale), un'altra donna ha letto la seconda in marathi (la lingua locale di Mumbai). Nelle preghiere dei fedeli sono poi risuonate anche le lingue tamil e konkani. Nell'omelia il cardinale Gracias ha detto: “Compiere un processo Sinodale significa riformare la Chiesa, comprendendo ciò che la fa soffrire. Ma questo significa anche porsi in ascolto di chi ha lasciato la Chiesa o pensa di lasciarla: la loro voce può farci riflettere”. Tra i mali più urgenti da affrontare il cardinale Gracias ha indicato il clericalismo, la discriminazione delle donne, la scarsa considerazione dei giovani, la protezione dei minori, il rifiuto dei migranti, il cambiamento climatico e - specificamente per l'India - le discriminazioni dei dalit anche all'interno della Chiesa.
In occasione dell'avvio del percorso sinodale nelle Filippine i vescovi hanno indirizzato una lettera pastorale a tutti i fedeli, invitando a focalizzare l'attenzione su due ordini di domande. “La prima: com'è la nostra Chiesa vista dal di dentro? Come le nostre comunità camminano insieme e quali passi lo Spirito ci invita a compiere in questa direzione?”. Il secondo grande tema invece è: “Come la nostra Chiesa vive insieme all'intera famiglia umana? Siamo ancora sale e luce del mondo? Il dialogo è il nostro stile di vita? Quanto vogliamo davvero ascoltare con umiltà e rispetto nonostante le differenze? Siamo forse diventati altezzosi e insensibili al lamento dell'umanità che soffre?”. I vescovi filippini hanno anche indicato anche una scadenza alle diocesi: al termine della prima fase d'ascolto vi sarà un'assemblea nazionale di sintesi che si terrà dal 7 al 9 marzo 2022, prima di inviare le conclusioni alla segreteria del Sinodo a Roma.
Anche in Medio Oriente le Chiese si stanno mobilitando su questa strada. Il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, ha indicato per il cammino l'icona dei discepoli di Emmaus che “conversando dei loro problemi, del fallimento della Croce, fuggendo e scoprendosi lontani da Gerusalemme e ignari di Cristo, lo trovano ad attenderli sulla via”. Il patriarca offre anche un'indicazione interessante come metodo di lavoro: “In genere siamo abituati ad interagire ciascuno nel proprio contesto di riferimento: i giovani con i giovani, i religiosi con i religiosi, le famiglie con le famiglie.... Sarebbe a mio avviso invece importante incontrarsi a tutti i livelli: giovani con le famiglie, incontrare gli anziani negli ospizi, fare visite nelle case, incontrare realtà non conosciute prima, le parrocchie locali con gli stranieri, i lavoratori stranieri con i fedeli locali e così via. Più che fare discorsi teorici, è utile ascoltare e incontrare esperienze, dalle quali imparare. Muoversi anche fisicamente dalla propria sala parrocchiale, dal proprio centro per incontrare un’altra realtà della propria Chiesa non conosciuta penso possa fare in molti casi la differenza”.
In Iraq il patriarca caldeo Luis Sako ha scritto ai fedeli descrivendo il percorso sinodale come un “importante momento di svolta per accogliere e valorizzare i talenti dei laici. La Chiesa è tutto il popolo di Dio. L’augurio è che questi eventi contribuiscano a formare credenti impegnati e dediti alla vita della loro Chiesa”. Concretamente a Baghdad il cammino inizierà il 30 ottobre con una celebrazione che si terrà nella cattedrale di San Giuseppe, nel distretto di Karrada.
(ha collaborato Nirmala Carvalho)
21/12/2017 10:49
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