Croce rossa: Altri 50mila civili scappano dai combattimenti ad Aleppo
L’escalation del conflitto ha acuito la crisi umanitaria. Gran parte della città è priva di acqua. L’esercito governativo avrebbe bloccato le vie di rifornimento alle zone sotto assedio, “pressione enorme” sui civili. Msf: sistema sanitario vicino “al collasso”. I combattenti curdi strappano una base aerea militare ai miliziani nella provincia.
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - L’escalation dei combattimenti nella provincia di Aleppo, nel nord della Siria, ha causato finora la fuga di almeno 50mila persone. A lanciare l’allarme sono i vertici del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), secondo cui la situazione umanitaria si sta degradando in modo rapido; gran parte della città sarebbe senz’acqua. Come aveva spiegato ieri ad AsiaNews il vicario apostolico dei Latini, mons. Georges Abou Khazen, dietro la crisi idrica vi sarebbe la mano dello Stato islamico (SI) che controlla l’impianto che fornisce l’acqua alla città.
Di recente l’esercito governativo - sostenuto dai raid aerei russi - ha lanciato una campagna nel nord del Paese, con l’obiettivo di riconquistare i territori nelle mani dei gruppi ribelli di opposizione e delle milizie jihadiste. Fra questi vi è anche la zona est di Aleppo, da tre anni sotto il controllo del fronte che lotta contro il presidente Bashar al-Assad.
Gran parte di queste decine di migliaia di profughi si è diretta verso nord, premendo alla frontiera fra Siria e Turchia in attesa di trovare riparo oltreconfine. In un comunicato diffuso dal Cicr emerge che l’esercito regolare ha tagliato le vie di rifornimento alle zone sotto assedio, lasciando i civili sotto una “pressione enorme”.
Ad aggravare la situazione vi è anche l’abbassamento delle temperature, la scarsità di cibo, acqua e riparo. Le persone, sottolinea il capo di Cicr in Siria Marianne Gasser, “cercano di sopravvivere in condizioni al limite della precarietà”.
Per Medici senza frontiere (Msf) i combattimenti nell’area, in particolare ad Azaz (al confine turco) hanno quasi determinato “il collasso” del sistema sanitario. Il rischio è che le persone, soprattutto anziani, donne e bambini siano costretti a vivere all’aperto, con temperature rigide “per diversi giorni se non di più”.
Secondo gli esperti nel caso di assedio alla zona di Aleppo nelle mani dei ribelli, fino a 300mila persone potrebbero trovarsi senza cibo, acqua e rifornimenti. Dall’inizio del mese nell’area sono morte almeno 500 persone e fra la popolazione civile (e i combattenti siriani) cresce sempre più, come ha raccontato ieri il vicario apostolico, il desiderio di pace e dialogo.
Intanto le forze curde sul terreno, sostenute da gruppi arabi ribelli, hanno conquistato - sempre nella provincia di Aleppo - una base aerea dall’importanza strategica finora nelle mani di gruppi estremisti islamici. Le Unità per la protezione del popolo (Ypg, milizie curde) e i loro alleati hanno cacciato i jihadisti e altri movimenti ribelli dalla città e dalla vicina base aerea di Minnigh, a nord di Aleppo. La vittoria militare è frutto di intensi giorni di combattimenti, durante i quali i curdi hanno liberato una serie di villaggi. “Con la sconfitta di Minnigh - ha dichiarato Rami Abdel Rahmane, capo dell’Osservatorio siriano per i diritti umani - i combattenti estremisti islamici hanno perduto il solo aeroporto militare che era ancora sotto il loro controllo nella provincia di Aleppo”.
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